SARDEGNA, EX CENTRO ORTOFRUTTICOLO DI TORTOLÌ, UNA CATTEDRALE NEL DESERTO

Il territorio tortoliese (Ogliastra, Sardegna) è costellato di cattedrali nel deserto. Un esempio lampante di questa realtà è rappresentato dall’ex centrale ortofrutticola di via Baccasara, che versa da anni in completo stato di abbandono. L’imponente struttura potrebbe facilmente essere adibita a mercato per la produzione agricola ogliastrina: è invece totalmente inutilizzata.

 

Nel corso della prima legislatura della Provincia Ogliastra, come sottolinea in un servizio tortohelie.it,  la Giunta uscente aveva in verità proposto un piano – il quale prevedeva un investimento a carico della Regione Sardegna di circa 5.000.000 di euro – volto a sviluppare un centro di stoccaggio e commercializzazione dei prodotti locali. Tuttavia, l’iniziativa non andò in porto e il centro ortofrutticolo continuò a rimanere nel dimenticatoio della politica provinciale.

 

Quel progetto prevedeva, inoltre, di raggruppare tutte le produzioni agroalimentari ogliastrine sotto un unico marchio, dotato di certificazioni di qualità. Tale elemento evidenzia un ulteriore grave punto critico delle strategie di sviluppo dell’Ogliastra: come si può pensare di creare una filiera enogastronomica di qualità senza valorizzare il settore agricolo locale? E’ normale che nei supermercati di un territorio dove l’agricoltura detiene ancora il 27% della quota totale delle imprese attive, si trovino solo prodotti importati? Il problema fondamentale dell’agricoltura ogliastrina è il volume di produzione del tutto inadeguato. L’agricoltura del territorio non riesce a produrre nemmeno la quantità necessaria all’autoconsumo, da qui la necessità di ricorrere alle importazioni.

 

Bisognerebbe a questo punto chiedersi quali siano i motivi di questa inadeguatezza. La causa principale è la scarsa remuneratività del settore agricolo. Essendo limitati i profitti realizzabili, i giovani non si avventurano ad iniziare un’attività del settore, mentre le imprese già presenti sul mercato non effettuano investimenti volti ad incrementare la produzione. Risulta pertanto necessaria la realizzazione di una strategia di sostegno dell’agricoltura. E’ chiaro che se l’idea della politica locale è quella di generare reddito attraverso la creazione di una filiera agroalimentare tipica di qualità, la soluzione deve necessariamente passare per la valorizzazione della produzione agricola ogliastrina. Incrementando, all’interno del territorio provinciale, il volume degli scambi del settore, si potrebbe facilmente raggiungere un duplice obiettivo.

 

In primo luogo si aumenterebbe la remuneratività delle attività agricole e, in secondo luogo, si garantirebbe alla manifattura alimentare una consistente quantità di materia prima locale, a prezzi concorrenziali. Diversamente, la filiera agroalimentare ogliastrina è destinata a rimanere incompiuta – con dei prodotti finali di elevatissima qualità, ottenuti con materie prime di non precisata provenienza – in una situazione deleteria anche per il turismo. Il settore enogastronomico è infatti un grimaldello essenziale per allargare il mercato turistico. Recuperando l’area dell’ex centrale ortofrutticola si risolverebbero quindi due problemi: si porrebbe fine allo scempio di persistere nel lasciare la struttura a marcire e, soprattutto, si darebbe il giusto spazio commerciale ad un settore vitale per il futuro economico dell’Ogliastra.

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