Non punta alla crescita e riduce gli spazi dello sviluppo. La manovra economica, tanto criticata in questi giorni dagli enti locali, finisce anche nel mirino dei porti. A lanciare l’allarme dalla Festa del Mare di Salerno è il presidente di Assoporti, Francesco Nerli (nella foto), che chiede al governo maggiore attenzione per un settore.
Un comparto capace di contribuire al prodotto interno lordo ”più del comparto automobilistico e dell’agricoltura”. ”Una grande risorsa per la ripresa – afferma all’Ansa il numero uno dell’Associazione dei porti italiani – su cui però il Paese scommette a intermittenza”.
I numeri dicono che il comparto dà lavoro a oltre 70 mila addetti e fornisce un contributo al Pil di circa 6,8 miliardi di euro. Il volume delle merci imbarcate e sbarcate, nei 39 porti distribuiti sulle coste di 12 delle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare, è di circa 435 milioni di tonnellate, mentre i passeggeri sono quasi 50 milioni.
”Siamo il primo Paese per numero di passeggeri in Europa e il secondo, alla pari con l’Olanda, per quanto riguarda le merci”, ricorda Nerli. ”I traffici negli ultimi mesi sono ripresi ovunque – aggiunge – ma per reggere la concorrenza occorre una maggiore attenzione da parte del governo”. Al molo Manfredi di Salerno, dove l’Autorità Portuale presieduta da Andrea Annunziata ha organizzato la nona edizione della Festa del Mare, il presidente di Assoporti riassume le principali richieste dei porti italiani. ”Servono maggiori investimenti nelle infrastrutture, per consentire alle merci che arrivano nei nostri porti di viaggiare spedite verso il cuore dell’Europa – spiega Nerli – una burocrazia più snella, che puo’ essere realizzata attraverso riforme a costo zero come lo sportello unico doganale, e, soprattutto, l’autonomia finanziaria degli scali”. Un obiettivo, quest’ultimo, che e’ ”in cima ai pensieri di Assoporti – sottolinea – perche’ indispensabile per continuare a competere”.
Le speranze, adesso che la manovra economica è legge, sono tutte rivolte al decreto sviluppo annunciato dal governo: ”Il nostro auspicio – sottolinea Nerli – è che il provvedimento metta le basi per una riforma attesa da tempo. Non si puo’ rimandare ancora, bisogna intervenire rapidamente”. La concorrenza, infatti, non sta a guardare, sia in Europa, che nel Nord-Africa. ”L’epoca dei finanziamenti a pioggia e’ ormai morta e sepolta – continua il presidente di Assoporti – bisogna consentire ai porti di investire in base alla ricchezza prodotta. In questo senso l’autonomia finanziaria e’ discriminante, da questa riforma dipende il rilancio di un settore in grado di trainare l’intero Paese. E’ un elemento capace di creare concorrenza e, quindi, sviluppo – conclude – ed e’ indispensabile per essere davvero competitivi”.