LA GUERRA TRA ESSELUNGA E COOP: PARLA CAPROTTI

La miccia l’ha accesa il tribunale di Milano, condannando Bernardo Caprotti (nella foto), titolare di Esselunga e autore del libro "Falce e Carrello", per illecita concorrenza nei confronti di Coop Italia (leggi news). Il giudice ha stabilito che il pamphlet, nel quale Caprotti denuncia l’ostruzionismo degli amministratori locali e degli operatori economici delle regioni "rosse", denigra il concorrente.

 

E ha intimato il ritiro del libro dal mercato. Una decisione che ha scatenato pure reazioni politiche con il Pdl che ha preso le difese del patron di Esselunga. Non si è fatta attendere la reazione dello stesso Caprotti, nella lettera pubblicata dal Corriere della Sera che riportiamo qui sotto.

 

"Caro direttore, dal Corriere di domenica scorsa vedo che la vicenda diventa politica e questo non mi piace. D’altronde lo è. Coop, Legacoop, eccetera, politica lo sono per decisione e scelta di Palmiro Togliatti, nel 1947 a Reggio Emilia. Per quanto riguarda la sentenza, il tribunale di Milano è stato forse clemente: non ha ammesso la diffamazione, ci ha condannato solo per concorrenza sleale. Io sono soltanto sleale, cioè «unfair», subdolo e tendenzioso. Un niente, di questi tempi! quasi un gentiluomo. E per i danni subiti da Coop per questa sleale concorrenza ha accordato 300.000 euro invece dei 40 milioni richiesti! Il libro? Non si ordina neppure di bruciarlo sulle pubbliche piazze. Io, per quanto mi riguarda, vorrei però rimettere le cose nei termini appropriati. Quando mi si accusa di "attacco"» – per non parlar del resto – si dice una bugia. (…) Ricordo l’autunno 2004 come un periodo tristissimo, di grande sofferenza e di estrema debolezza. È in questo 2004 e nell’anno seguente che, nella mia defaillance, fui oggetto di una vera e propria aggressione. Le dichiarazioni ai giornali di Aldo Soldi, presidente di Ancc (Coop), che voleva Esselunga, si susseguivano. L’amministratore delegato di una grande banca, tuttora in carica, venne due volte, "dica lei la cifra, la paghiamo in settimana, al resto pensiamo noi". Poi il prestigioso studio legale, per conto dichiaratamente di Unipol. Sono solo due esempi. Finché l’allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, dichiarò in televisione che occorreva mettere assieme Coop con Esselunga. In quale modo, non disse. Questo sì che fu l’«attacco» che ci costrinse a fare chiarezza sui giornali! Vorrei poi che qualcuno mi spiegasse come si può "tenere insieme" e condurre un’azienda in queste condizioni. È da tutto ciò che nasce, in sintesi, "Falce e Carrello"! Io avvertii Soldi, poiché la mia educazione ottocentesca a ciò mi impegnava. Ma intendevo solo raccontare alcuni episodi vissuti, documentati, oserei dire, sofferti. Cioè denunciare qualche "stravaganza", chiamiamola così, di quel sistema. Però, evidentemente, ho commesso un errore e me ne scuso: infatti è stato interpretato come un "attacco" al più grande Istituto Benefico del Mondo, una Istituzione che ha un milione di dipendenti, quando la Croce Rossa Internazionale ne ha soltanto 12.500. Mi sono così tirato addosso sette cause, che mi sembra possano bastare. Tutto qua. Io non concepisco questa Italia di destra o di sinistra. Ho amici a sinistra, come certamente ne ho a destra. Sono stato educato nel credo della libertà e nel rispetto del prossimo".

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.