OSSERVATORIO COOPERAZIONE AGRICOLA: NELL’ORTOFRUTTA 70% APPROVVIGIONAMENTI IN AMBITO LOCALE

Un quarto del fatturato complessivo del segmento dell’ortofrutta italiana (24%) viene generato da imprese cooperative, per un valore che supera gli 8 miliardi di euro. Ciò significa che circa un prodotto su quattro è stato coltivato, raccolto o trasformato da cooperative che, per gli approvvigionamenti, nel 69% si avvalgono di materia prima proveniente da un ambito locale.

 

È la mission cooperativa che incontra il concetto di valorizzazione del made in Italy, un binomio tanto più autentico nel campo dell’ortofrutta, dove solo lo 0,4% della materia prima proviene dall’estero. Sono i dati elaborati dall’Osservatorio della Cooperazione agricola italiana, istituito dalla legge n. 231/2005 presso il Mipaaf, di cui fanno parte le cinque organizzazioni nazionali di rappresentanza attive in campo agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Unci-Coldiretti e Unicoop). I dati sono stati presentati oggi al Macfrut, in occasione della tavola rotonda su “Crisi dei mercati ortofrutticoli: quale futuro per la produzione europea”, promossa da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital.

“L’ortoflorofrutticolo è il primo settore cooperativo per ricchezza generata e addetti coinvolti, compresi gli stagionali – afferma Ersilia Di Tullio, ricercatrice di Nomisma -. Ha dimensioni medie di impresa pari a 6,2 milioni di euro, maggiori rispetto alla media della cooperazione negli altri settori, che risulta pari a 5,9 milioni di euro” Esiste poi un altro primato: sei cooperative ortofrutticole italiane figurano nella Top15 delle più grandi imprese del settore ortofrutticolo per fatturato “La cooperazione ha come mission la valorizzazione della produzione agricola conferita dai soci agricoltori. Questo valore viene rispettato anche grazie al requisito della prevalenza mutualistica per il quale la materia prima conferita dai soci deve essere superiore al 50% degli approvvigionamenti totali (in quantità o valore) – prosegue Di Tullio – .

L’Osservatorio ha stimato per il settore un’incidenza dei conferimenti sugli approvvigionamenti (dai soci) pari all’86%”. A questo si aggiunge un altro dato evidenziato dall’Osservatorio che mostra come la cooperazione ortoflorofrutticola effettua gli approvvigionamenti (conferimenti + fornitori) in ambito locale per il 69%, mentre la provenienza estera riguarda solo una quota limitata di materia prima, pari allo 0,4%. “È espressione dello stretto rapporto che lega la cooperativa al socio conferitore – sottolinea la ricercatrice di Nomisma – e dall’altro offre solide garanzie del modello produttivo made in Italy”. Le cooperative ortoflorofrutticole sono prevalentemente localizzate nel Sud Italia, ma la generazione di ricchezza, espressa dal fatturato, si concentra nel Nord del paese (come pure avviene per gli addetti). Nel segmento del fresco, le produzioni ortofrutticole sono essenzialmente commodity . Pertanto è elevata la quota di prodotto commercializzata in maniera indifferenziata o come private label. I prodotti a marchio, invece, fanno prevalentemente riferimento al trasformato. Quanto ai canali di vendita, gran parte della produzione cooperativa ha accesso al mercato attraverso la Grande Distribuzione Organizzata. Una parte importante è intermediata da grossisti (22%) o, trattandosi di materie prime e semilavorati, viene destinata ad altre imprese (19%) per eventuali trasformazioni e la successiva commercializzazione.

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