GARDINI: “DALLA CRISI SI ESCE SOLO CON MAGGIOR AGGREGAZIONE”

“L’Ocm è uno strumento fondamentale per traghettare le imprese fuori dalla crisi e la cooperazione sarà protagonista del cambiamento ma serve un’operazione trasparenza. È il momento di una riflessione comune per aumentare la concentrazione dell’offerta: il 30% della produzione organizzata non è più sufficiente, non è più il tempo dei regimi assistenziali".

 

"Adesso occorre un impegno comune, al di là delle tensioni e delle speculazioni”. Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini (nella foto) intervenendo alla tavola rotonda organizzata dalle tre centrali cooperative sul tema della crisi dei mercati al Macfrut di Cesena. “Chiederemo ai consigli di amministrazione delle nostre cooperative, ai nostri consiglieri che sono persone oneste – prosegue Gardini – di prepararsi, studiare e capire il cambiamento. Lo facciamo perché le cooperative le abbiamo costruite per dare un futuro ai nostri soci e non viceversa”. Il presidente di Fedagri-Confcooperative ha poi sottolineato che “non basta una sola misura a risolvere la situazione”, occorrono interventi mirati e anche la parte di imprenditori che non rientrano nel bacino della produzione organizzata “qualche regola la dovranno seguire”, perché bisogna “rispondere ad un livello di concentrazione della domanda molto forte”.

E la risposta – aggiunge Paolo De Castro, presidente della Commissione europea per l’agricoltura – “non può che essere un’altrettanta concentrazione dell’offerta”. Il presidente della Commissione agricoltura a Bruxelles ha fatto sapere che è stata recentemente approvata una dotazione finanziaria, al di fuori del bilancio della Pac, per la gestione delle crisi che ammonta a 250 milioni di euro, “una decisione – afferma De Castro – che conferma come il cammino intrapreso da Bruxelles vada verso un rafforzamento delle strutture organizzate”.

Lo scenario tracciato per il futuro, al quale la crisi economica ha dato un’accelerazione, va verso il rafforzamento del modello dell’Ocm ortofrutta, da replicare anche per gli altri settori e verso una maggiore incidenza delle organizzazioni dei produttori tra le quali “non deve più prevalere la competizione – ha sottolineato Tiberio Rabboni, Assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna – ma la cooperazione”.

Dall’incontro è emerso anche un richiamo alla politica agricola europea che, se da un lato sostiene l’aggregazione delle imprese, dall’altro non deve fungere da freno per i processi di concentrazione. “Ci vuole coerenza”, afferma Eduardo Baamonde Noche, direttore generale delle cooperative agroalimentari spagnole. “È vero che l’Ocm guarda al futuro ma nelle norme è previsto che se le imprese superano i 50 milioni di euro non ricevono i contributi europei: è una contraddizione, è una politica che sostenendo l’aggregazione, ci porta verso la frammentazione”.

Una forma di regolamentazione dei rapporti tra domanda e offerta esiste già in Francia, secondo Jean Michel Delannoy, presidente della Federazione francese per la cooperazione frutticola e orticola, dove “la cooperazione ha lavorato con il Ministero dell’agricoltura sul tema dei contratti che deve essere un accordo tra la cooperativa e il cliente finale”. L’ipotesi auspicabile, secondo la cooperazione italiana, è quello di replicare il modello francese anche a livello nazionale. Il prossimo appuntamento in cui la cooperazione agroalimentare italiana farà sentire la sua voce univoca saranno gli Stati Generali dell’Agricoltura, in programma a novembre a Cremona, dove sarà presentato “un progetto cooperativo caratterizzato da una maggiore semplificazione – ha dichiarato Giovanni Luppi, presidente della Legacoop Agroalimentare – per un settore che deve essere più efficiente e meno costoso. Il Paese non è nelle condizioni economiche e finanziarie per rispondere alle nostre richieste e quindi ci assumiamo fino in fondo la nostra responsabilità per disegnare il progetto per un’agricoltura migliore”. “In questa situazione di crisi – ha detto Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci Agrital – i distinguo non portano da nessuna parte, siamo per l’unità che si vede nei comportamenti e non solo nelle parole”.

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