RADICCHIO, MERCATO IN CRESCITA NEI CONSUMI E NEI PREZZI

Il radicchio spicca per prezzo al consumo sugli altri ortaggi: una quotazione media stagionale al consumo che supera i 3 euro al chilo. Il suo mercato si sta ampliando. Se ne consumano oltre 300 mila tonnellate. L’indice di penetrazione nelle famiglia tocca l’80 per cento: significa che in otto famiglie su dieci almeno una volta all’anno si mangia radicchio.

 

Si punta a raggiungere l’altro 20 per cento. Un grande appeal confermato dai vari osservatòri e da indagini. Sono dati straordinari che promettono bene per i produttori e per gli operatori del settore. Un’ altra cifra significativa: oltre il 50 per cento per cento della coltivazione è fatta nel Veneto.

Li ha commentati il direttore di OPO Veneto Cesare Bellò al terzo European fruit summit di Cesena, dove per la prima volta si è parlato di ortaggi, ai quali è stata dedicata una sezione che ha avuto ampia rilevanza. Si è cercato di capire il mercato degli ortaggi in Europa, la sua evoluzione, le tendenze, gli aspetti innovativi. Il radicchio è stato sottolineato come esempio di verdura nota, che sta crescendo nell’attenzione dei consumatori, che resiste e avanza anche in fasi critiche, come questa che si sta attraversando.

Lo ha ricordato, tra l’altro, Luciano Trentini, direttore del Cso, Centro servizi ortofrutticoli, commentando in maniera essenziale il bilancio del Summit di Cesena. Cesare Bellò ha illustrato le ragioni dell’ascesa qualitativa e quantitativa del radicchio, l’impegno per produrlo in un ambiente sano, gli investimenti nella formazione e nell’aggiornamento dei produttori, le iniziative promozionali e di marketing.

“Se il consumatore oggi, soprattutto d’inverno, ma anche nelle altre stagioni, perché ormai alcune varietà sono sempre presenti, lo sceglie, non è un fatto casuale e spontaneo, ma è il risultato di una continua azione educativa alla buona coltivazione che inizialmente sembrava una sfida velleitaria e che invece oggi è un dato di fatto che sta gratificando i coltivatori e che sta salvando i bilanci aziendali”. Il pericolo di sovrapproduzione “è un timore fondato; si deve arrivare a semine e a trapianti programmati in base a quanto si prevede che possa assorbire il mercato. Occorre evitare coltivazioni scriteriate, come spesso accade quando un prodotto va bene, che portano ad un eccesso di offerta”.

Secondo Cesare Bellò il legame del radicchio con il territorio "è la carta vincente. Il consumatore si sta facendo sempre più intelligente ed esigente. Predilige il prodotto di cui conosce origine, storia, serietà e criteri di lavorazione. Pretende una qualità garantita. Il radicchio Igp veneto offre tutto questo e tutto questo spiega il grande appeal che ha in questo momento di grande attenzione per verdure e frutta tipiche, buone, cresciute in un ambiente sano”.

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