SPRECHI: L’ACQUA DISPERSA OGNI ANNO PER L’ORTOFRUTTA EQUIVALE A UN DECIMO DELL’ADRIATICO

Dodici miliardi di metri cubi di acqua, dispersi ogni anno per l’ortofrutta in Italia. Una quantità equivalente a un decimo del mare Adriatico. L’esempio, che fa riferimento all’acqua utilizzata in un anno per i 14 milioni di tonnellate di frutta e verdura non consumati, è di Andrea Segré, preside della facoltà di Agraria di Bologna e del Last Minute Market.

 

Un paragone che dà l’idea degli sprechi idrici nel paese. A Palazzo D’Accursio a Bologna è stato presentato il "Libro blu dello spreco dell’acqua in Italia", con il rapporto di iniziativa al parlamento europeo.

I numeri dello spreco idrico in provincia di Bologna, secondo le stime 2010 sul prodotto agricolo rimasto in campo, testimoniano percentuali di residuo molto basse, appena lo 0,37%, quota quasi fisiologica. Significativi, tuttavia, i dati del residuo ortofrutticolo, che ammonta a 37.195 tonnellate fra insalate, cavoli, ciliegie, zucchine e loti, per 31.567.601 metri cubi di acqua virtuale sprecata, corrispondenti a 9.865 piscine olimpiche ‘prosciugate’ inutilmente. Secondo stime di Last Minute Market, poi, l’acqua che viene inquinata nel procedimento per la coltivazione di prodotti agricoli che restano sprecati in campo, ammonta a 3.672.321 metri cubi, pari a 1.148 piscine olimpiche.

“Dobbiamo fare massa critica – ha detto Segré – contro un sistema che non funziona bene, per stare un po’ meglio”. “Per vocazione e per mission – ha spiegato Luca Lorenzi, responsabile Centro Nord UniCredit, tra i main sponsor dell’iniziativa – la nostra azienda è in prima fila sul tema del risparmio. Noi ci occupiamo di soldi e oggi parliamo di acqua, è vero. Ma è altrettanto vero che sprecare acqua, sprecare risorse più in generale, significa gettare via denaro”. Il sostegno “é stata una scelta naturale che abbiamo intrapreso in virtù del nostro impegno per lo sviluppo del territorio. Uno sviluppo che non può prescindere dall’attenzione al risparmio a tutto campo. Un’attenzione necessaria non solo da un punto di vista etico e morale, ma anche economico”. Lo spreco di risorse “costituisce un danno ad alto impatto per la nostra economia, un errore che non possiamo permetterci di compiere”.

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