L’agricoltura dovrà avere un suo Ministro nel Governo Monti. Lo sostengono, coralmente, le organizzazioni agricole dopo le preoccupazioni espresse dai presidenti delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato. "L’Italia non può non essere rappresentata da un Ministro delle politiche agricole quale componente forte ed essenziale del nuovo governo".
Per Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri "il mondo agricolo non può fare a meno del suo ministro, tanto più in questo momento in cui è indispensabile una voce forte e autorevole a Bruxelles, dove è in atto una riforma epocale della politica agricola comune".
"La Pac – fanno presente Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri – vale per l’Italia 5,5 miliardi di euro; il Made in Italy agroalimentare, tanto apprezzato all’estero e ambasciatore del nostro Paese nel mondo, ha le sue fondamenta in un’agricoltura forte e competitiva. Indebolire il settore primario in questo momento sarebbe davvero dannoso".
Intanto Saverio Romano ha dichiarato che voterà no al governo Monti, nel caso in cui nel nuovo esecutivo non ci fosse il ministero dell’Agricoltura. A chiarirlo è stato lui stesso, al termine della riunione a Bruxelles dei colleghi dell’Unione Europea. "Nel caso in cui il nuovo governo non avesse il ministero dell’Agricoltura – ha detto parlando con i giornalisti – troverà la mia ferma opposizione in Parlamento. Ma sono certo non accadrà perché tutti hanno la consapevolezza che il ministero svolge un ruolo importante non solo per la riforma della Pac ma anche per le attivitàche sostengono un comparto dell’economia reale importante per il nostro Paese e che assicura un segno positivo al Pil".
Dal mondo del biologico si leva la voce di Andrea Ferrante, presidente nazionale Aiab, che auspica la nomina del Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali e non un accorpamento con lo Sviluppo Economico “dopo che, con Romano – affonda – abbiamo vissuto uno dei periodi più bui per il dicastero italiano dell’Agricoltura”.
