FORUM DI CREMONA: “INVESTIRE NEL SETTORE AGROALIMENTARE”

"Quello agroalimentare è l’unico comparto che muove il PIL. Partiamo innanzitutto da questo dato, in un contesto che fa registrare luci ed ombre. Ci troviamo di fronte a nuovi scenari e per questo emerge la consapevolezza che occorre affrontare le nuove problematiche con uno spirito di unità e di condivisione: tutti gli attori del comparto devono offrire un loro contributo".

 

"Investire in agricoltura si può, investire in agricoltura si deve. Tante cose sono state fatte da quando mi sono insediato al Ministero, ma molte cose si devono ancora fare, e per questo dobbiamo assicurare una linea di indirizzo a tutta l’agricoltura italiana. Il settore offre immense potenzialità, senza considerare la ricchezza, l’umanità, il lavoro, i valori che la tradizione agroalimentare, vera e propria economia reale, offre".

Così ha dichiarato Francesco Saverio Romano ancora in veste di Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (nella foto sul palco del Forum) durante il suo intervento di apertura al Primo Forum Nazionale dell’Agroalimentare che si è tenuto nelle giornate di venerdì e sabato scorsi a Cremona.

"È con tale animo che è necessario intervenire, dando sostegno alla produzione, ai lavoratori del settore, ai giovani e alle donne che si impegnano ogni giorno e che determinano, ancora oggi, il successo dell’agroalimentare Made in Italy nel mondo. È in atto – ha proseguito il Ministro – un negoziato importantissimo a livello europeo sulla futura Politica agricola europea e il nostro Paese è impegnato in una battaglia politica dalla quale dipende, per molti versi, il futuro della nostra agricoltura. La proposta di Pac presentata dal Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Cioloş non ha un’anima, non ha un modello: mentre nel mondo si chiedono più cibo e più produzione, la proposta di Cioloş finisce col penalizzare le agricolture di qualità come la nostra, scoraggiando di fatto la produzione in quanto tale. A ciò dobbiamo rispondere col buon senso e con la legittimità delle nostre istanze. Per far questo occorre l’impegno di tutti e questo Forum vuole essere uno strumento per ritrovare unità, condivisione e prospettiva". “La riforma della Pac deve trovarci uniti, in difesa di un patrimonio unico fatto di valori, di qualità delle produzioni, di grandi potenzialità. In questi mesi ho avuto modo di conoscere un mondo meraviglioso, come è quello dell’agroalimentare italiano, che però rischia di scomparire se non riusciremo a tutelarne le prerogative e l’essenza”, ha ribadito infine il Ministro nel suo intervento di chiusura dei lavori.

 

"Crediamo che da Cremona possa emergere una posizione comune italiana sulla Politica agricola comune da portare sui tavoli di trattativa a Bruxelles. Noi siamo disponibili a costruire una piattaforma unica che però sia incentrata sul tema della competitività e delle sfide sui mercati e non ad interessi particolari". È quanto ha affermato il Presidente di Fedagri-Confooperative Maurizio Gardini dal palco del Forum Nazionale dell’Agroalimentare.


"In questi giorni di equilibri precari, di voci che si rincorrono e si smentiscono una con l’altra è impossibile – e sarebbe anche ingeneroso – lamentare le mancanze odierne, prima che la situazione politica trovi un assestamento. È più proficuo, invece, scrivere sin da ora i desiderata della cooperazione per l’agricoltura italiana che possa trasformarsi in un settore con meno aziende ma più grandi, strutturate e capaci di operare sui mercati stranieri, con meno burocrazia, meno interventi a pioggia e più misure mirate che aiutino le imprese ad essere competitive. Non siamo rassegnati ad avere un’agricoltura per la quale sono previste misure-cerotto per ogni aspetto, vogliamo che si trasformi in un comparto protagonista sulla base della competitività".


Un altro aspetto cruciale nei prossimi anni è quello del ricambio generazionale: "Da più parti – prosegue Gardini – arrivano segnali, estremamente condivisibili, della necessità di misure agevolate per l’ingresso dei giovani in agricoltura. Se dovessi dare un consiglio ad un giovane che intende diventare un imprenditore agricolo direi, senza dubbio, che non basta più solo produrre, bisogna essere ben inseriti in una filiera efficiente che dia reddito e, in questo senso, la cooperazione ha fatto e fa la differenza".

 

“Le riforme della Politica agricola comune europea degli ultimi decenni – ha affermato il Presidente del Cogeca Paolo Bruni nel suo intervento al Forum – si sono concentrate sulle modalità della produzione agricola, attraverso la tracciabilità, sul benessere animale e la sicurezza alimentare e se da un lato hanno reso le nostre produzioni tra le migliori al mondo in termini di qualità e affidabilità, dall’altro hanno portato gli agricoltori europei ad avere difficoltà competitive: gli agricoltori sono stati sacrificati sull’altare delle produzioni di importazione che spesso non rispettano le stesse regole. Sono stati penalizzati nei rapporti con la GDO e, a causa della farraginosità della catena alimentare, sono stati schiacciati rispetto agli altri anelli della filiera”.
“La prossima riforma della PAC – ha aggiunto Bruni – deve perseguire un equilibrio tra le esigenze di tutela dell’ambiente e la crescita produttiva agricola. La difficoltà di ottenere una proposta equa sta proprio nella complessità a raggiungere questo equilibrio. Ora che è stata presentata una proposta di riforma dal Commissario Dacian Ciolos, dobbiamo passare dalle critiche alle proposte – ha proseguito Bruni – e questo Forum può essere l’occasione per elaborare una posizione-Paese che possa essere presentata in maniera univoca a Bruxelles”.
Infine, il Presidente del Cogeca ha sottolineato come, tra le proposte avanzate per la futura Pac, quella del greening costituisce uno degli aspetti più delicati poiché vi convergerà il 30% delle risorse per i sostegni all’agricoltura. “Pensare che potremo eliminare questa misura – ha detto Bruni – è un abbaglio. Dobbiamo invece lavorare insieme, agricoltori e cooperative agricole, per trovare un metodo che riesca a far ottenere un’equa redditività per gli agricoltori e, al contrario, non aumenti i costi, i vincoli e la burocrazia”.
Infine, Bruni ha ringraziato il Ministro delle Politiche Agricole per aver scelto Cremona come sede per il Forum dell’Agroalimentare. “È la dimostrazione che l’agricoltura vuole guardare alla produttività e non alle chiacchiere o agli aspetti bucolici”.

 

“Dobbiamo liberare le imprese agricole dalle gabbie in cui si trovano ad operare, rilanciando la competitività, favorendo concretamente la semplificazione, intervenendo sulla volatilità dei prezzi”. Lo ha detto il responsabile della Direzione economica di Confagricoltura Franco Postorino, partecipando al Forum di Cremona.
 
“Per un mercato strutturalmente volatile, caratterizzato da frequenti crisi – ha affermato il rappresentante di Confagricoltura – non vanno bene le proposte di riforma della politica agricola comune formulate da Bruxelles, poco coraggiose e lontane dai bisogni delle imprese. A ciò si aggiunga il previsto superamento delle ‘quote’ latte e zucchero e dei diritti di rimpianto nel settore vitivinicolo. La Commissione europea non vuole fare tesoro delle esperienze acquisite e rischia di rompere anche i pochi equilibri di mercato raggiunti”.
 
Come favorire la competitività ed avviare passi concreti sulla strada della semplificazione burocratica? Da Confagricoltura sono venute alcune precise proposte: l’assicurazione di redditi/entrate, il rafforzamento della capacità contrattuale delle imprese all’interno della filiera, la partecipazione alla ripartizione della catena del valore; e poi agevolazioni fiscali ed incentivi per le forme associative.
 
Il rappresentante di Confagricoltura, infine, si è soffermato sulla figura giuridica dell’agricoltore attivo: ”Serve una riforma che proponga, in armonia con la legislazione europea, un’unica figura che deve rispondere a precise caratteristiche e parametri che misurino l’effettivo impegno per l’attività agricola”.

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