Manca solo l’ufficialità ma sembra essere cosa fatta l’intesa tra il porto di Civitavecchia e Dole (leggi news). Se le indiscrezioni trapelate nell’ultimo periodo verranno confermate, da gennaio 2012 sarà il porto di Civitavecchia ad accogliere il centinaio di migliaia di tonnellate di banane che la multinazionale americana invia puntualmente in Italia ogni anno.
E’ invece una novità ormai acquisita e ufficializzata da tempo il cambiamento radicale delle modalità di trasporto dei preziosi carichi di frutta esotica, che non arriveranno più nel nostro Paese stivati in una delle cinque storiche "navi bananiere" con le quali la multinazionale ha rifornito l’Europa dall’Equador. Infatti è stato adottato un altro sistema di trasporto navale e distribuzione. Si tratta dei moderni e funzionali contenitori refrigerati ("reefer") che già a dicembre – e cioè con un mese di anticipo sulla sostituzione del porto italiano di destinazione – si dovrebbero muovere non più sul vettore tradizionale, ma a bordo delle navi della "MSC" di Gianluigi Aponte, che già riforniscono Civitavecchia di circa 130 contenitori la settimana di banane e ananas.
Per Civitavecchia – ma anche per il sistema logistico e distributivo del Lazio, per la filiera agroalimentare regionale, senza escludere il CAR, e complessivamente per tutta l’economia territoriale del Lazio – si tratterebbe (se confermata) di una operazione molto importante sotto ogni punto di vista. E certo non esauribile, come significato generale e valore, nel probabile raddoppio dei volumi di frutta attualmente movimentati presso il terminal refeer della banchina 25 "CFFT" (Civitavecchia Fruit Forrest Terminal) di Philip Van Gestel e Sergio Serpente (nella foto di sinistra nel CAR insieme all’Amministratore Delegato di Cargest Massimo Pallottini), che pesano già qualcosa come 100.000 tonnellate all’anno, soprattutto di frutta esotica. (fonte: Car Roma)
