BLOCCO TIR, COLDIRETTI VERONA: APPROVVIGIONAMENTI A RISCHIO

Anche a Verona come in altre città italiane potrebbe diventare difficile fare la spesa con gli approvvigionamenti che scarseggiano a causa del blocco dei tir in Sicilia e in altre aree con i prezzi che aumentano. “Il rischio che anche nella nostra città diminuiscano alimenti di prima necessità non è da escludere – precisa Damiano Berzacola (nella foto), presidente di Coldiretti Verona.

 

"I cittadini possono trovare scaffali vuoti o prodotti come gli ortaggi a prezzi particolarmente elevati. In molte città anche del nord Italia si stanno creando forti difficoltà nell’approvvigionamento che impediscono il tempestivo rifornimento dei punti vendita con prodotti freschi di primaria necessità quali ortofrutta, latte e carne".

Con l’86 per cento dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo sciopero dei Tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati.

“La nostra città è autosufficiente –continua Berzacola – per quanto riguarda molti prodotti agroalimentari anche di prima necessità e facilitata per la loro commercializzazione. Basti pensare ai numerosi distributori di latte fresco sparsi per la città e provincia, ai mercati a kilometro zero, ormai più di trenta, e alle numerose aziende agricole con punti vendita aperti al pubblico. L’importante è superare l’idea di consumare prodotti fuori stagione che devono essere importati dall’estero e preferire la stagionalità che garantisce prodotti freschi e al giusto prezzo”.

“L’agroalimentare – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Verona – è il settore più sensibile perché ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura. Noi, pertanto dobbiamo difendere la cultura della stagionalità e delle produzioni locali che rappresentano un valore economico, di tradizioni e culturale. I fatti di questi giorni evidenziano come l’abitudine ad acquistare beni “controstagione” o provenienti da altri territori condiziona i consumatori ed è fortemente legata ai trasporti delle merci”.

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