LETTERA DA BERLINO: SISTEMA ITALIA ANCORA DIVISO

Il sistema Italia ancora una volta si è presentato in ordine sparso: diviso tra 2 padiglioni e mezzo, i commercianti/esportatori di Fruitimprese fuori Piazza Italia con un loro stand ma con alcuni loro soci importanti presenti anche nello spazio allestito dal Cso. Dov’è il sistema imprese tricolore? Il confronto con altre realtà (Spagna, Francia ma anche Turchia) è davvero imbarazzante.

 

• Annunciati, non sono venuti. Peccato. Il nuovo ministro Catania e il presidente dell’Euro-Commissione Agricoltura De Castro erano molto attesi, anche perché sono tra I pochi che sanno quello di cui si parla. La loro assenza ha un po’ svuotato l’incontro della filiera ortofrutticola nazionale organizzato dal Cso con il coordinatore delle Regioni agricole italiane Stefano (assessore in Puglia). L’appello che è uscito si può riassumere: aiutateci ad esportare di più. Non è nuovo, ma repetita iuvant , dicevano I latini. Speriamo che qualcuno questa volta lo raccolga.

 

• Ben allestito, razionale, lo spazio di Piazza Italia curato dal Cso. Da segnalare il rinnovato protagonismo delle Regioni, soprattutto del Sud (faraonico lo spazio siciliano, ma allestito senza particolare fantasia); la ritrovata volontà di esserci dei Mercati ortofrutticoli e delle Autorità portuali, le belle novità imprenditoriali (non tante in verità) tra cui spicca il nuovo brand tricolore per banane e ananas ‘F.lli Orsero’ che sfida Del Monte. Però un appunto che riguarda tutti: nei nostri 2 padiglioni e mezzo c’era poca frutta da vedere e assaggiare. Siamo leader nella qualità, perché non la facciamo assaggiare a tutti i visitatori? I colori della nostra ortofrutta sono straordinari: facciamoli vedere, mettiamoli in mostra, costruiamo scenografie che restino impresse nella memoria. Anche qui il confronto con altri paesi leader è penalizzante.

 

• Forza pera Abate, simbolo dell’Italia. Bella l’idea di far partire da Berlino la promozione di una eccellenza nazionale che quest’anno ha gravi problemi di mercato. Però anche qui troppa timidezza: meno chiacchiere, più scenografia, più degustazione. La Abate è bella da vedere, oltre che da mangiare. Quei due cestini che circolavano facevano un po’ tristezza. La frutta va assaggiata, offerta a tutti in quantità… bisogna insegnare anche a degustarla. Pensate alle mostre d’arte che oggi vivono di allestimenti/installazioni. Copiamo: facciamo installazioni di frutta, con fantasia. E poi non c’è solo la Abate, ci sono anche la ottima Decana da servire con miele e formaggio tipo Parmigiano o Padano, e la Kaiser da cuocere al forno col vino rosso: gusti ignoti alla maggior parte dei giornalisti stranieri/visitatori. Cosa aspettiamo a farglieli assaggiare? Possibile che alla più grande fiera mondiale della frutta non ci sia frutta da mangiare in particolare in zona Italia?

 

• Il premier Monti ha vietato convegni inutili invitando tutte le amministrazioni pubbliche alla sobrietà. Un monito prezioso che suggeriamo al mondo dell’ortofrutta: eliminiamo tutti i convegni/tavole rotonde/workshop di durata superiore ai 60 minuti: i relatori hanno 10 minuti di tempo, dopo di che il moderatore toglie la parola. Rendiamoci conto: dopo 30-40 minuti l’attenzione crolla, la gente scappa via guardando il telefonino: ascoltiamo Monti, risparmiamo tempo e denaro. Non è difficile, basta organizzarsi in anticipo.

 

• Ultimo, ma non da ultimo. Una curiosità: l’imperativo categorico è aggregarsi, unirsi, chiudere le baracche burocratiche dove gira solo carta, mettere insieme le strutture di servizio per risparmiare sui costi ed essere (possibilmente) più efficienti. Bene, delle tre Unioni nazionali dell’ortofrutta due (Uiapoa e Unacoa) si sono unificate in Italia Ortofrutta, presente con il suo stand. Giusto lì di fronte c’era Unaproa, l’altra Unione che è rimasta per conto suo. Posto che queste Unioni fanno ognuna la stesso mestiere, perché Unaproa è rimasta fuori? Attendiamo cortese risposta.

 

PS – Su Air Dolomiti al ritorno lo snack era una macedonia di frutta. Stupore, è la prima volta che mi capita. Un bell’esempio da seguire. Pazienza se nella vaschetta c’erano melone (piuttosto cattivello) e ananas. Speriamo di trovare in futuro frutta italiana di stagione su compagnie italiane.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

 

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