LA CRISI IN SICILIA, TRA L’INCUBO DEL MAROCCO E IL FAR WEST DI VITTORIA

Gli effetti dell’accordo tra Ue e Marocco si stanno già sentendo, eccome, specie in Sicilia. In un’inchiesta de L’Espresso si riportano le dichiarazioni sconsolate di operatori ortofrutticoli, che denunciano l’inviasione di pomodori e melanzane dal Marocco. Carmelo Criscione, presidente dell’associazione "Arcobaleno" non si dà pace per quanto sta accadendo.

 

"Noi raggruppiamo 13 produttori per 70 ettari di serra e facciamo 3,5 milioni di fatturato. Vendiamo direttamente a grossisti tedeschi e riusciamo a piazzare il pomodorino anche a 1,30 euro al chilo. Ma oggi ho ricevuto una telefonata da un grossista tedesco: ti do un euro e dieci, mi ha detto, perché dal Marocco arrivano già a un euro". Il Nord Africa insomma fa paura.

Lo sconto dei dazi al Marocco avrà l’effetto di una mazzata in questo angolo di Sicilia, compreso tra Ragusa, Vittoria e Santa Croce Camerina, che per anni ha prodotto una ricchezza smisurata sotto forma di pomodori a grappolo e oggi non garantisce più la sopravvivenza a un esercito di piccoli produttori che si va sempre di più assottigliando, visto che negli ultimi tre anni qui hanno chiuso i battenti 1.541 aziende sulle 10.500 attive nel 2009.

Ma che alimenta ancora il mercato dell’ortofrutta di Vittoria, il più grande del Sud e uno dei più importanti d’Europa, con un valore di merce acquistata pari a 250 milioni di euro, senza contare il sommerso. Un mercato attorno al quale orbitano 27 mila braccianti e 3.500 piccoli proprietari terrieri, che ieri con tre ettari avevano un reddito garantito di 250 mila euro e oggi non arrivano a fine mese, strozzati dall’aumento dei costi di produzione e da una doppia morsa: la giungla del mercato di Vittoria e una concorrenza internazionale sempre più forte.

Uno dei motivi della crisi è proprio il mercato di Vittoria. Una sorta di far west, gestito in parte da commissionari onesti in parte da una cartello "di una decina di persone che impone prezzi da fame ai piccoli produttori" e si arricchisce alle loro spalle, come denunciato da una recentissima indagine della Guarda di finanza. Le dieci persone in questione sono un gruppo di commissionari: figura, quest’ultima, che esiste a Vittoria e in nessun altro mercato ortofrutticolo del mondo. Si tratta di intermediari che, in base a un regolamento datato 1971, fanno da tramite fra i commercianti e il piccolo produttore che ogni mattina alle 5 porta la sua merce al mercato. Ma che succede se qualche commissionario, come scoperto dalle Fiamme gialle guidate dal colonnello Francesco Fallica, è anche produttore e commerciante? Succede che fa i propri interessi e non quelli del piccolo agricoltore. Non a caso i reati contestati vanno dalla "truffa ai danni dei fornitori" all’estorsione, passando per il "ribasso fraudolento dei prezzi".

 

Il servizio completo si può leggere al seguente link:

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-palermo/2012/02/18/news/crisi_mafia_speculazione_sfuma_l_oro_verde_di_vittoria-30084256/?ref=HREC2-51

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