AGLIO CINESE IGP, COLDIRETTI: “L’EUROPA RISCHIA DI ESSERE INVASA”

Le organizzazioni professionali di Italia, Spagna e Francia – riunite nel Copa-Cogeca – hanno scritto una lettera al Commissario Cioloş, manifestando la loro contrarietà e preoccupazione per il recente riconoscimento dell’Igp all’aglio cinese “Jinxiang Da Suan”, visto che questo aglio non avrebbe i requisiti di qualità, di legame con il territorio e di reputazione previsti dal Reg.Ue n.510/2006.

Il dossier cinese, come riferisce Coldiretti, non dimostrerebbe neppure che il prodotto possiede caratteristiche particolari (diverse dall’aglio coltivato in altre zone), il territorio di produzione sarebbe troppo vasto per risultare omogeneo e non vi sarebbe la certezza di un sistema di controlli affidabile.

Le preoccupazioni sono espresse relativamente alla possibilità che il riconoscimento dell’Igp possa aprire la strada ad un allargamento dei contingenti di importazione. Potenzialmente la produzione di aglio cinese che potrebbe essere commercializzata con marchio comunitario Igp è pari a cinque volte il totale della produzione comunitaria.

In Italia la produzione di aglio interessa oltre 3.000 ettari, per una quantità totale attorno alle 30.000 tonnellate. I consumi sono soddisfatti al 50% dalle importazioni. La Cina è stata spesso al centro di denunce dell’Olaf (l’Ufficio anti-frodi dell’Unione europea) per le operazioni di triangolazione che per non pagare i dazi modificano l’origine del prodotto cinese, provocando perdite al fisco per milioni di euro e danni ai produttori comunitari di aglio.

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