PICCOLI FRUTTI, SCRINZI (SANT’ORSOLA): “SCOMMETTIAMO SUL SUD PER AVERE SOLO PRODUZIONI ITALIANE, 12 MESI L’ANNO”

Per Sant’Orsola, Organizzazione di Produttori di Pergine Valsugana (Trento) specializzata nella produzione e commercializzazione di fragole, ciliegie tardive e piccoli frutti, il 2011 è stato un anno complesso, a causa soprattutto del clima sfavorevole, che ha causato una leggera riduzione della produzione e del fatturato, nonostante i prezzi di vendita siano aumentati dell’1-2%.

“La domanda, tuttavia – sottolinea Michele Scrinzi (nella foto), direttore dell’op trentina – rimane alta specie per i piccoli frutti, che in Italia rappresentano tra il 3 e il 5% dei consumi globali di ortofrutta. L’interesse rimane su buoni livelli. Sono prodotti “di lusso ma accessibili”. Lo spazio per crescere c’è ancora”.

Il mercato principale per la cooperativa rimane l’Italia che rappresenta l’85-90% delle vendite, di cui la metà vengono indirizzate verso la grande distribuzione organizzata, l’altro 50% verso i mercati. Il restante 10-15% del commercializzato viene destinato all’estero, mercato importante “ma da sviluppare con oculatezza”.

Per noi il primo obiettivo rimane quello di dare un’adeguata redditività ai nostri 1.200 soci produttori – precisa Scrinzi. Una delle nostre sfide è quella di interpretare la domanda trasformandola in reddito a favore dei nostri soci”.

Alla cooperativa stanno lavorando inoltre per migliorare le tecniche di copertura in tunnel, della climatizzazione e gestione dell’umidità interna alla serre, oltre che l’assistenza tecnica ai produttori. Un’altra sfida che i vertici dell’op trentina si prefiggono è garantire buoni livelli produttivi alle piante affiancati da una programmazione e controllo delle produzioni. Per quanto riguarda proprio le produzioni (che vengono effettuate su 450 ettari di terreni tra ciliegie, fragole e piccoli frutti), l’80% vengono effettuate in Trentino, mentre il restante 20% viene realizzato tra Veneto, Piemonte, Toscana, Campania, Calabria e Sicilia, attraverso aziende associate. Nel periodo invernale i prodotti vengono invece importati dal Sud America e dalla Spagna.

Ma la nostra intenzione – rivela Scrinzi – è quella di eliminare gradualmente le importazioni attraverso un aumento delle produzioni al Sud Italia al fine di ottenere una produzione italiana al 100%”. “Come marchio Sant’Orsola attualmente copriamo il periodo tra aprile e gennaio. La nostra scommessa è coprire anche il trimestre mancante, gennaio-marzo, in modo da avere a disposizione l’intera gamma di prodotti 12 mesi l’anno. Su questo fronte punteremo in particolare sulla Sicilia, dove è già presente una nostra azienda affiliata”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

 

 

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