SUPER OFFERTE SUGLI SCAFFALI DELL’ORTOFRUTTA, MA VENDITE IN CALO

"Ogni giorno sono in offerta almeno 25 prodotti del reparto ortofrutta": lo dice una casalinga cliente abituale del Carrefour di Pavia. Il cartello del supermercato è invitante e al consumatore non resta che cercare il supersconto aggirandosi tra mele e arance, pomodori e insalata, fave, asparagi e meloni. Ma le offerte non bastano, i consumi sono in calo.

Questi ultimi, secondo Coldiretti, nel 2011, hanno registrato una diminuzione dell’1%. Tanto che in aprile i prezzi della frutta sono scesi del 3%. E’ l’effetto della recessione. Che sta obbligando alcune famiglie a rinunciare ad un’alimentazione sana e a tagliare dal proprio bilancio frutta e verdura, non più tra le voci considerate indispensabili. E così per la prima volta dal 2005 le porzioni consumate al giorno diminuiscono, passando da 5,7 al 4,8%, dato rimasto abbastanza stabile fino al 2008.

Nonostante negli ipermercati i cartelli delle offerte si sprechino e a farla da padrone siano soprattutto i prodotti stranieri, visto che arance e pomodori che arrivano da lontano spesso costano meno.

Ma il direttore di Coldiretti Pavia, Giovanni Roncalli, avverte: "Questi prezzi sottocosto indicano scarsa trasparenza, attirano il consumatore che in genere si trova di fronte ad un prodotto che viene dall’estero, senza che vi sia un’etichettatura chiara che ne indichi il Paese di provenienza. E’ chiaro che centinaia di chilometri percorsi ne compromettono la freschezza e le qualità nutrizionali”.

Ed è per questo che, secondo Roncalli, “è necessario ripensare al modo di alimentarsi, puntando ai prodotti di stagione". "E’ in aumento la percentuale di consumatori che preferisce frutta e verdura di stagione perchè ha prezzi più accessibili – sottolinea il direttore di Coldiretti Pavia – e perchè, dal punto di vista nutrizionale, offre più benefici".

E, sempre secondo l’associazione che rappresenta una parte del mondo agricolo, la filiera corta è garanzia di maggiore trasparenza. "Stiamo cercano di favorire le produzioni a chilometri zero – precisa Roncalli – per un aspetto etico e ambientale, incentivando un consumo più sostenibile, ma anche per la necessità di ridurre la forbice tra prezzo di produzione e prezzo finale, diminuendo i costi del trasporto Si tratta di una politica commerciale che avvantaggia la stessa impresa agricola". Insomma l’obiettivo è quello di tutelare le produzioni locali, contro "una filiera drogata dalle forzature della Gdo che impone i prezzi, mette in ginocchio le aziende agricole e mette in crisi l’intero sistema produttivo", sostiene Roncalli che punta l’indice anche contro il nuovo accordo sottoscritto dall’Italia e imposto recentemente dalla Comunità europea per favorire l’esportazione delle produzioni ortofrutticole provenienti dal Marocco.

"E’ evidente che ne saremo danneggiati – assicura il direttore –. Negli ipermercati i consumatori troveranno prima, rispetto alla nostra stagionalità, frutta e verdura, venduta a prezzi inferiori". (fonte: laprovinciapavese.gelocal.it)

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