GARDINI: “CONCENTRARE L’OFFERTA PER RIDARE COMPETITIVITÀ AL SETTORE”

La frammentazione dell’offerta è il problema numero uno dell’agroalimentare italiano, come ha più volte avuto modo di sottolineare il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania. Pertanto l’unica strada percorribile per dare competitività all’ortofrutta italiana è una concentrazione dell’offerta che dia reale protagonismo ai produttori”.

Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini intervenendo, a nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare, al Primo Forum ortofrutticolo nazionale "Ortofrutta italiana: un sistema da evolvere, innovare e rafforzare" promosso dalla Cia. “Non posso quindi che condividere – ha proseguito Gardini – la necessità evidenziata dal presidente della Cia Giuseppe Politi di un piano di ristrutturazione del comparto ortofrutticolo, ristrutturazione che per noi deve fare perno sulle Organizzazioni dei Produttori avendo di mira la tutela del reddito dei produttori quale obiettivo primario. Sollecitiamo pertanto un impegno da parte della componente agricola per rafforzare, attraverso iniziative concrete sul territorio, una progettualità e un protagonismo delle strutture controllate dai produttori, che miri a incentivare l’aggregazione delle strutture esistenti o, laddove necessario, la nascita di nuove strutture”.

Dopo aver evidenziato che nell’ortofrutta organizzata in cooperative la percentuale di conferimento del prodotto proveniente dai soci raggiunge in media percentuali del 90%, il presidente di Fedagri ha dichiarato: “Noi vogliamo delle OP governate dai produttori e che arrivino fino ai mercati. La nostra sfida è rivedere i limiti di legge rialzando i parametri minimi di riconoscimento”.

Anche sul piano politico, la cooperazione agricola italiana insieme a quella di Francia e Spagna, ha ricordato Gardini, “si stata battendo per rafforzare il ruolo delle OP nell’ambito della riforma della PAC e per far sì che le risorse vengano organizzate per filiera".

Il presidente di Fedagri ha infine fatto riferimento agli scarsi livelli di organizzazione del Meridione, che costituiscono una criticità anche per la parte che è concentrata: “gli sforzi di programmazione e gli strumenti di autodisciplina dei mercati – ha commentato – sono inutili se la gran parte dell’offerta è disorganizzata”.

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