CUOCO (AIAB): “PER RILANCIARE L’AGROALIMENTARE PUNTARE SULL’INNOVAZIONE”

"’Per rilanciare l’agroalimentare italiano di qualità è prioritario puntare sull’innovazione del settore, anziché investire indiscriminatamente sulla produzione di cibi hi-tech, bioteconologici e transgenici". Questa in sintesi l’analisi di Eduardo Cuoco (foto), coordinatore federale di AIAB, intervenuto allai presentazione della settima Giornata Nazionale del Mangiasano.

Durante l’evento, inoltre, Cuoco ha esternato le sue preoccupazioni su alcune importanti decisioni che saranno presto prese a Bruxelles nell’ambito dei finanziamenti alla ricerca europea per il periodo 2014-2020. È infatti in discussione il nuovo programma quadro per la Ricerca e l’Innovazione europea, denominato Horizon 2020, che stanzierà ben 86 miliardi di euro per il rilancio dell’innovazione e della competitività delle imprese europee nei prossimi 7 anni.

"Dalla proposta legislativa della Commissione Europea si evince, come in passato, che al biotech viene dato il compito di trovare risposte per la risoluzione di importanti sfide, quali l’uso efficiente delle risorse, la tutela dell’ambiente e la competitività nel settore primario – ha dichiarato Eduardo Cuoco – tralasciando il chiaro rifiuto di un’ampia maggioranza dei cittadini europei sull’impiego delle biotecnologie nella produzione di alimenti".

"Negli ultimi anni sono stati investiti 133 milioni di euro per le biotecnologie vegetali e solo 41 per l’agricoltura biologica e altri metodi di produzione agro-ecologica – ha denunciato Cuoco –. Diventa fondamentale che l’Italia faccia sistema ed arrivi alle scadenze di giugno (presentazione degli emendamenti alla proposta della Commissione) con una posizione chiara ed unitaria sia nel Consiglio Europeo, sia nel Parlamento di Bruxelles, che premi la varietà e l’unicità di quei prodotti e di quelle tecniche che rendono le imprese agroalimentari bio leader a livello mondiale".

Proprio con questo obiettivo l’AIAB sarà presente al Parlamento Europeo, il prossimo 7 giugno, quando, insieme ad una coalizione di più di 100 fra associazioni ed ONG, chiederà ad un parterre di eurodeputati di puntare ad un Horizon 2020 più sostenibile, più giusto e nel quale sia dato spazio alla voce dei milioni di cittadini che con le loro tasse finanziano il programma di ricerca.

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