MELONI, FRANCESCON: “PUNTIAMO SU PRODOTTO IGP E SU NUOVA VARIETÀ”

In 40 anni di attività non abbiamo mai iniziato così tardi il raccolto”. Questo il commento di Bruno Francescon (nella foto), a capo dell’omonima op di Rodigo (Mantova), sull’inizio di stagione del melone nel Mantovano, una delle principali aree in Italia dedicate al prodotto. La partenza è prevista in questi giorni, ma “la normalità produttiva si avrà solo dopo il 20 giugno”.

Una situazione causata principalmente dal tempo dei mesi di aprile e maggio, caratterizzato da piogge e temperature piuttosto basse che non hanno favorito la buona allegagione dei frutti. Tuttavia secondo Francescon la qualità del melone quest’anno è più che buona. “A giorni – aggiunge Francescon – partiremo inoltre con il melone mantovano Igp (denominazione che ha ottenuto la protezione transitoria mentre è stata inviata l’istanza alla Commissione europea per la registrazione come Indicazione geografica protetta Igp, ndr). È il primo anno di lancio, ma siamo molto fiduciosi. Una decina di aziende (tra cui la nostra) comprese tra la cinquantina di soci del relativo consorzio (presieduto da Mauro Aguzzi, ndr), inizierà già da questa stagione con la commercializzazione del prodotto a indicazione geografica protetta (che può godere di un potenziale notevole contando su 2.500 ettari dedicati), rivolgendosi sia ai mercati all’ingrosso che alla grande distribuzione organizzata. In tal senso abbiamo stipulato un accordo con quattro catene della gdo".

L’op mantovana quest’anno ha acquisito nuovi soci che ha portato a un aumento delle superfici investite a melone del 20% con una previsione produttiva di 30 mila tonnellate di prodotto. Sui progetti e le prospettive per l’annata Francescon crede molto inoltre su una nuova varietà charentais a lunga conservazione, che hanno chiamato, non a caso, “Zucchero”. “Si trattà di un prodotto dolcissimo, dall’alto grado brix, con cui partiremo attorno al 18 giugno per proseguire fino a metà settembre”.

Sull’andamento del mercato Francescon ammette che la partenza di giugno, specie nelle coltivazioni della Sicilia (dove l’op lombarda ha alcune aziende collegate), ha registrato poco prodotto e scarso consumo. “L’andamento ahimé è stato piuttosto negativo: nonostante ci fosse poca disponibilità di meloni i prezzi sono rimasti bassi. Se a questo aggiungiamo il fatto che l’areale di produzione ha perso altri 500 ettari di superficie, abbandonati dai coltivatori sempre più sfiduciati, si traccia il quadro di una situazione piuttosto complessa”.

Le quotazioni del melone, spiega, in questi giorni oscillano tra 1,40 e 2 euro al chilo. “Speriamo che a luglio i prezzi medi tengano il passo”. Secondo il produttore mantovano, tuttavia, non sta molto meglio la Spagna, che ha registrato una contrazione produttiva in Almeria e Murcia, a cui si è aggiunta una produzione con calibri piccoli.

Francescon infine punta il dito sulla scelta di diversi produttori di “buttarsi” sulla produzione di meloni “lisci”, che, secondo l’operatore di Rodigo, quest’anno hanno visto un aumento del 30% delle aree coltivate. “Il melone liscio rimane una nicchia, ma, forse per cercare di aumentare il prezzo si sta optando per questo pesante aumento della produzione, del tutto ingiustificato. Prevedo infatti un’annata negativa per questa varietà. Stabile invece il retato”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

 

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