TRA OBAMA E IL MESSICO SCOPPIA LA GUERRA DEL POMODORO

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama in corsa per le presidenziali contro Mitt Romney prova a vincere le elezioni del 6 novembre puntando tutto sui pomodori della Florida. Altro che petrolio o energie rinnovabili. Obama rompe quel patto del pomodoro siglato nel 1994 in seno alla Nafta, North American Free Trade Agreement tra Messico e Stati Uniti.

Il presidente Usa blocca le importazioni di pomodori a prezzi vantaggiosi (i contadini messicani non pagano dazi e tasse). Addio, quindi, nei 52 stati Usa a tutti i pomodori provenienti dal Messico, pari alla metà del totale consumato e venduti a prezzi molto più bassi rispetto a quelli locali. Ma quali saranno conseguenze?

A dare l’annuncio la U.S. Department of Commerce che ha ufficialmente accolto la petizione dei produttori di pomodori della Florida presentata al governo lo scorso 22 giugno. Il divieto di importazione dal Messico include pomodori freschi e surgelati e tutte le varietà tonde, ciliegino, a grappolo e fiaschetto.

La Florida è lo Stato su cui Obama punta per vincere le sue presidenziali e dunque i produttori di pomodori sono felici. Ma i consumatori di pomodori ossia la stragrande maggioranza degli americani, cosa ne pensa di trovare in un Wal-Mart qualunque pomodori a prezzo raddoppiato?

Ovviamente il Messico la notizia non l’ha presa affatto bene: crolla all’improvviso un settore fortemente trainante della sua economia e in tempi di crisi quali gli attuali proprio non fa piacere. Le prime ripercussioni saranno porbabilmente delle sanzioni per la rottura del Patto. Ma non si esclude anche l’effetto boomerang sulle elezioni per Obama

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