CIA: “BENE SEQUESTRO FALSI LIMONI IGP MA SU FRODI SETTORE È SOTTO ASSEDIO”

Agroalimentare italiano sempre più sotto assedio, al primo posto in Europa per le segnalazioni di cibi “irregolari” e “tarocchi”. E a finire nel mirino delle frodi alimentari sono molto spesso i prodotti più pregiati, contrassegnati dai marchi Dop e Igp: proprio quelli che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, primo criterio nelle scelte di consumo per 8 italiani su 10.

Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando le maxi-operazioni di Nas e Nac, che hanno sequestrato in tutt’Italia oltre una tonnellata e mezzo di alimenti pericolosi per la salute pubblica nonché 6 quintali di “finti” limoni di Sorrento Igp (leggi news), 1300 chili di pizze con falsi marchi a denominazione “cipolla di Tropea” e “San Marzano”, ma anche vini Doc prodotti in Gran Bretagna in “wine-kit” e aceto balsamico di Modena Igp fatto in Germania.

È necessario usare “tolleranza zero” nei confronti degli autori delle truffe e degli “inganni a tavola” -sottolinea la Cia- che minano la credibilità di tutto il nostro sistema agroalimentare. Un sistema basato sulla qualità che non ha rivali in Ue per numero di prodotti certificati con 246 denominazioni d’origine, di cui 154 Dop, 90 Igp e 2 Stg.

In Italia -ricorda la Cia- i sequestri di prodotti alimentari “irregolari” oggi superano il valore di un miliardo di euro l’anno. E le cifre sono in crescita: solo nel 2011 sono state portate a termine dalle forze dell’ordine 13.867 operazioni, un numero più che triplicato rispetto al 2010. Questo ci conferma l’efficacia della macchina dei controlli, fondamentali per garantire ai consumatori la sicurezza nel piatto e per tutelare l’immagine del “made in italy” agroalimentare. A pagare questo business illegale -conclude la Cia- sono consumatori e produttori. I primi perché, nonostante l’efficacia dei controlli, rischiano di ritrovarsi in tavola cibi che di certificato hanno solo l’etichetta. Ma anche i produttori che lavorano quotidianamente per la qualità e per l’eccellenza del “made in Italy”, e che scontano in prima persona le conseguenze di truffe e contraffazioni, che sottraggono 3 milioni di euro al giorno alle aziende italiane.

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