LE COOP ORTOFRUTTICOLE EUROPEE: GUAI A INDEBOLIRE L’OCM

Le coop ortofrutticole dei cinque principali Paesi europei difendono a spada tratta gli attuali aiuti alle Op: "Resta una priorità imprescindibile e non è in alcun modo accettabile un suo indebolimento attraverso nuove opzioni che implicherebbero l’abbandono dell’attuale meccanismo. Cambiare l’orientamento dell’Ocm ortofrutta penalizzerebbe l’intera filiera europea".  

 

Lo hanno ribadito, firmando una posizione congiunta, le organizzazioni cooperative dei cinque principali paesi produttori ortofrutticoli europei durante il convegno internazionale promosso da Assomela di concerto con Alleanza cooperative Agroalimentari, dal titolo Il settore ortofrutticolo alle porte della riforma della Organizzazione comune di mercato svoltosi il 15 novembre a Bolzano, nell’ambito della manifestazione fieristica Interpoma.

 

Le cinque sigle – Alleanza delle Cooperative Agroalimentari (Italia), Associazione delle cooperative ortofrutticole olandesi – DPA (Olanda), Cooperativas Agroalimentarias (Spagna), Federazione delle cooperative ortofrutticole francesi Felcoop (Francia) e Associazione delle cooperative orticole del Belgio – VBT (Belgio) – hanno sottolineato come “proprio grazie al regime dell’OCM le cooperative europee sono riuscite a migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti ortofrutticoli, a realizzare importanti  investimenti, a valorizzare con successo i prodotti e a collocarli sui mercati esteri. Il tutto svolgendo un importante ruolo sul piano delle garanzie ambientali e offrendo ai propri soci servizi concreti, contribuendo alla modernizzazione delle loro aziende”.

 

Il livello di aggregazione dell’offerta nel settore ortofrutticolo è ancora insufficiente, riconoscono i cinque paesi nella loro posizione comune. È tuttavia erroneo affermare che dal ruolo esercitato dalle OP sui mercati non ne tragga beneficio anche la produzione non organizzata. 

 

Ma forse l’aspetto che va in assoluto più evidenziato dell’attuale regime di aiuti alle OP è che il sostegno è diretto a vere e proprie “imprese dei produttori”, per lo più organizzate sotto forma di cooperative, imperniate su principi democratici e solidali e che sono in grado di offrire garanzie di permanenza e di impegno nei confronti dei territori dove svolgono le loro attività, dal momento che per loro natura non possono delocalizzare le loro produzioni come invece altri soggetti extra-agricoli.

Si può affermare che i migliori esempi di competitività del settore, di ricerca, di promozione, di marketing, di internazionalizzazione, di tutela del reddito per il produttore si trovano proprio nelle regioni  in cui è più alto il tasso di organizzazione nelle OP.

 

Il sistema finanziario dell’Ocm ortofrutta va quindi difeso poiché ha dimostrato tutta la sua efficacia: il co-finanziamento obbligatorio da parte dei produttori della OP non solo raddoppia le risorse disponibili, ma garantisce anche che vengano intraprese unicamente azioni realmente efficaci e condivise. Infine, il fatto che l’aiuto erogato sia direttamente proporzionale alla cifra di affari (VPC) contribuisce a far evolvere le OP nella direzione di una sempre maggiore valorizzazione e concentrazione dell’offerta. 

 

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