ITALIANI PUNTANO SU AGRICOLTURA PER RIPARTIRE. POLITI: “ORA INTERVENTI CONCRETI DEL GOVERNO”

“Il governo è poco attento ai problemi della nostra agricoltura. Gli italiani, invece, la pensano in maniera opposta e sostengono che il settore primario è quello sul quale l’esecutivo deve concentrarsi maggiormente, poiché può contribuire molto a far ripartire il Paese e a creare nuova occupazione. Un consenso unanime che coinvolge addirittura nove nostri concittadini su dieci.

E’ un dato che non ci sorprende, in quanto in più occasioni abbiamo trovato un appoggio solidale da parte della società civile in tutte le iniziative che abbiamo svolto per sostenere l’attività imprenditoriale nelle campagne. E’ questo un ulteriore segno di considerazione che ora le istituzioni devono raccogliere rendere concreto con interventi mirati e realmente propulsivi”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi commentando i dati del sondaggio condotto da Renato Mannheimer e pubblicato sul “Corriere della Sera”.

“Giustamente gli italiani -ha aggiunto Politi- sostengono che verso l’agricoltura, ma anche nei confronti della difesa ambientale, della cultura e la protezione di beni artistici e architettonici, c’è, purtroppo, un interesse marginale, se non trascuratezza, da parte delle autorità. Da tempo la nostra Confederazione lo denuncia con assoluta fermezza. Speriamo che i risultati di questa indagine, che ha percentuali plebiscitarie, possano contribuire a cambiare le carte in tavola. Non è del resto un caso che il 96 per cento dei cittadini intervistati, soprattutto giovani, è del parere che l’investimento in agricoltura, arte e ambiente permette di valorizzare un patrimonio unico per l’Italia”.

“E’, comunque, significativo che gli italiani vedano in particolare nell’agricoltura -ha rimarcato il presidente della Cia- un punto fermo nella crescita e nella creazione di posti di lavoro. D’altronde, proprio il settore primario, nonostante la grave crisi economica, ha dimostrato grande vitalità. L’aumento del valore aggiunto e dell’occupazione, specie quella giovanile, lo dimostra chiaramente. E se il governo adottasse misure efficaci ed adeguate, questo contributo potrebbe essere ancora più consistente”. “L’Italia, quindi, potrebbe ripartire dall’agricoltura, sfruttando le sue potenzialità e risorse, oggi frenate da una serie di pesanti ostacoli, a cominciare dai costi (produttivi, contribuivi e burocratici) che gravano sulle imprese agricole.

Gli italiani -ha concluso Politi- hanno indicato una precisa direzione. Sta alle istituzioni, al governo muoversi in un’ottica diversa dal passato, attraverso interventi concreti per valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. E tutto questo -lo ripetiamo- passa per una nuova politica agraria nazionale, che diventa sempre più indispensabile in vista della riforma Pac 2014-2020 che si preannuncia molto difficile per i nostri agricoltori”.

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