OSCAR FARINETTI, IL CAVALIERE BIANCO DELL’ORTOFRUTTA?

“La lezione di Oscar” era il titolo del mio editoriale sul Corriere Ortofrutticolo del giugno scorso. Fa piacere che adesso altri commentatori del settore, come l’amico Roberto della Casa, tengano d’occhio l’inventore della formula Eataly, un genio del marketing che ha capito che per fare business occorre fare in primo luogo cultura, innovazione, formazione, immagine.

In una parola: comunicazione positiva, trasmettere valori. Alla nostra ortofrutta, in crisi di rappresentanza sindacale, priva di leadership e di immagine, ma in compenso con tanti valori da comunicare, farebbe davvero comodo un ‘cavaliere bianco’ come Farinetti che pur provenendo da altro settore (vino e artigianato alimentare) si facesse carico degli annosi problemi del marketing dell’ortofrutta italiana nel suo complesso. Dove non servono altri convegni o tavole rotonde, ma qualche idea vincente (e Farinetti ne ha da vendere) e la capacità di portarla sui tavoli che contano.

Adesso il patron di Eataly si è messo in testa di raddoppiare o triplicare l’export agroalimentare del Belpaese e si è inventato un marchio (la mela tricolore) per certificare il cibo italiano “buono, pulito e giusto” per garantire origine, no Ogm, assenza di chimica. Qualcuno ha fatto notare a Farinetti che usa una mela come logo e poi non c’è l’ortofrutta nel progetto. E perchè mai avrebbe dovuto esserci, ci chiediamo? Qual è l’immagine che uno come Farinetti può avere della nostra ortofrutta se non quella legata a qualche produttore di nicchia, a qualche boutique dell’ortofrutta dove si vendono specialità a peso d’oro? O, all’opposto, al mercatino rionale sotto casa sua. Se l’ortofrutta nel suo complesso è percepita come commodity, chi guarda solo alle specialities ovviamente è poco interessato.

In conclusione: l’idea del supermarchio è buona ma dubitiamo che possa funzionare per il groviglio burocratico che potrebbe scatenare con tutti gli altri marchi oggi esistenti (dop, igp, bio, ecc). Quanto a Farinetti, l’unica è invitarlo a uno di quei convegni dove sfilano uno dopo l’altro tutti i rappresentanti della filiera, così dopo mezz’ora se ne va, e non ci pensiamo più.

Lorenzo Frassoldati

 

Nella foto il direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati

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