NAVE GRIMALDI FERMA FUORI TUNISI, D’AMICO: “SITUAZIONE INACCETTABILE”

”La situazione venutasi a creare nel porto di Tunisi-La Goulette è gravissima perché vengono calpestati i più elementari principi di diritto internazionale sulla liberta dei traffici commerciali”. Lo afferma Paolo d’Amico (foto), presidente Confitarma, l’associazione di categoria degli armatori, commentando la vicenda della nave cargo della Grimaldi ferma fuori dal porto di Tunisi.

La nave cargo, con 20 membri di equipaggio, è ferma da venerdì scorso nella rada del porto di Tunisi in attesa del nullaosta per l’attracco. L’imbarcazione presta servizio da circa un anno sulla tratta Livorno-Genova-Palermo-Tunisi, trasporta camion e rimorchi carichi di materiale destinato al mercato tunisino.

”Avevo già segnalato il comportamento inaccettabile delle autorità tunisine – spiega d’Amico – e avevamo avuto assicurazioni dal sottosegretario Improta dell’interessamento della nostra amministrazione per garantire al nostro armatore la possibilità di operare in quel Paese nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento con i vettori locali”.

Identici problemi verificatisi quest’estate avevano indotto l’armatore ad interrompere il servizio in attesa di assicurazioni da parte dell’amministrazione tunisina. L’armatore ha ripreso l’attivita dopo aver ricevuto l’autorizzazione all’attracco dal ministro dei Trasporti tunisino e dall’Autorità portuale di Tunisi.

Confitarma, si legge in una nota, si è attivata informando i Ministri dei trasporti e degli esteri e chiedendo una pronta e decisa azione a tutela degli interessi nazionali da tempo palesemente pregiudicati.

”Siamo costretti a rilevare la totale assenza di una strategia politica e diplomatica italiana a difesa di interessi nazionali. Mi spiace dover sottolineare che anche i sindacati non sono riusciti a fare fronte comune in una situazione come questa”, dice D’amico.

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