IL MINISTRO CATANIA DA “TECNICO” A POLITICO?

In due giorni tra i convegni di Italia Ortofrutta e un seminario al Ministero sulle filiere il ministro Catania ha fatto un bilancio di quanto fatto dal suo ministero formulando una sorta di ‘testamento’ politico da lasciare al suo successore. Tra l’elenco delle cose fatte e da fare ha infilato un sibillino annuncio: intende candidarsi? “Comincio a pensarci adesso” (leggi news).

Il tecnico diventerà politico? Non sappiamo, forse. Ci sono ancora troppe variabili in campo nel quadro politico, in particolare nel rassemblement di centro (Casini-Fini-Montezemolo) che dovrebbe ospitare gli ex ‘tecnici’. Diciamo subito che pensando ai ‘politici’ che si sono succeduti al ministero di via XX settembre nell’ultima legislatura (Zaia-Galan-Romano),  che sono passati quasi senza lasciare traccia di sé (in alcuni casi facendo danni) non ci sarebbe motivo di scandalo se Catania si candidasse, anzi. Ben venga la politica fondata su competenza e concretezza. E quanto sia stata delittuosa questa fine anticipata di legislatura lo dimostra l’appuntamento di domani al Ministero dove alle 9,30 era previsto (e finora non è stato annullato) un incontro tra il presidente del Consiglio, il ministro Catania e l’intera filiera agroalimentare nazionale, dalle organizzazioni agricole (quattro, compresa Copagri) alla cooperazione (rappresentata – novità storica – dal solo Maurizio Gardini come n.1 dell’Aci agricola) all’industria alimentare  (Federalimentare).

Un incontro che alla luce della campagna elettorale ormai incipiente si è largamente svuotato di significati operativi. Però chiediamoci: quando mai si era visto un capo del Governo ricevere il mondo agroalimentare per ascoltare richieste, lamenti, desiderata? Quando mai, al di là delle chiacchiere rituali, l’agricoltura aveva ricevuto attenzione a questi livelli e ‘pari dignità’ effettiva con gli altri comparti economici?

Quindi attenzione a dire, come fa il presidente della Cia Politi, "ci auguriamo che il prossimo esecutivo sia in forte discontinuità rispetto al governo Monti” (leggi news). In agricoltura c’è da augurarsi una forte continuità. Poi in Italia non c’è limite al peggio.  Avremo una campagna elettorale dai toni accesissimi in particolare contro l’Europa. Con che credibilità andremo a trattare sulla nuova Pac e questioni connesse se vinceranno gli sfasciacarrozze anti-europeisti?

Lorenzo Frassoldati

 

 

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