A PALAZZO CHIGI 1-4 PER LA COOPERAZIONE

Cooperazione batte organizzazioni agricole 1 a 4. Mentre la ‘retata’ al ministero dell’Agricoltura (news 1 e 2) prefigura un ‘anno zero’ per la casa comune degli agricoltori italiani, all’incontro col premier (dimissionario) Monti e col ministro (anch’egli dimissionario in pectore) Catania c’erano quattro presidenti a rappresentare il mondo delle imprese agricole (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri).

Uno solo (Maurizio Gardini) a rappresentare l’Aci agricola, 5100 imprese cooperative nella cui base sociale sono presenti gran parte di quegli agricoltori divisi tra i 4 sindacati di cui sopra.

Un bel gol segnato dal mondo cooperativo e una rappresentazione plastica dei problemi di rappresentanza che affliggono l’agricoltura italiana: troppe botteghe da mantenere per parlare con una voce sola e per sposare progetti comuni. Mentre si svolgeva l’incontro (storico) a Palazzo Chigi (leggi news), a Cesena all’assemblea di Apofruit l’ex sottosegretario Guido Tampieri (oggi commissario straordinario Agea) strappava applausi raccontando amare verità sullo stato dell’agricoltura italiana e dell’ortofrutta in particolare.

“Qual è il progetto che ha di sè l’ortofrutta italiana? Non basta l’origine, servono qualità e organizzazione per vincere sui mercati. Chi non ha l’ambizione di pensare in grande, di andare lontano, finirà per soccombere a casa sua”.

Insomma: non chiederti cosa la politica può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per la politica. A partire da un progetto condiviso, filiera per filiera. Ma è realistico chiederlo in questa frantumazione di rappresentanza?

Lorenzo Frassoldati

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