PIANO FITOFARMACI, COLDIRETTI: “SIANO COINVOLTE LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE”

Entro il 1° gennaio 2014 le aziende agricole dovranno convertire il metodo di lotta con prodotti fitosanitari alla difesa integrata, obbligo stabilito dalla direttiva 209/128/CE, e il nostro Paese rischia ancora una volta di arrivare alla scadenza scoordinato e in ritardo.

Lo scorso 13 settembre, il Consiglio tecnico-scientifico incaricato di adottare il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari si è riunito per la prima volta. Al Consiglio è stata sottoposta la bozza di Piano modificata sulla base di alcune osservazioni pervenute nell’ambito dell’audizione pubblica indetta a gennaio dalle Amministrazioni competenti.  

"Il testo della bozza di Piano nella nuova versione non è stato consegnato alle Organizzazioni professionali agricole che continuano ad essere estromesse dal processo di elaborazione del Piano contrariamente a quanto avvenuto in tutti gli altri Stati membri dell’Ue", denuncia Coldiretti. "Non è possibile, pertanto, al momento avere una cognizione esatta di quali osservazioni sono state recepite e se, ed in quale misura, il Piano sia stato eventualmente semplificato nel tentativo di allinearlo a quanto hanno già stabilito gli altri Stati membri. Oltretutto, nessuna delle Amministrazioni competenti si sta ponendo il problema che, anche qualora il Piano dovesse essere approvato entro il 26 novembre prossimo, le imprese agricole non hanno concretamente i tempi necessari per poter effettuare la formazione e l’aggiornamento necessari per convertire il metodo di lotta fitopatologica convenzionale alla difesa integrata".

Secondo Coldiretti non dovranno essere le imprese agricole a pagare, in termini di sanzioni, i ritardi accumulati dai Ministeri competenti nell’adozione del Piano (doveva essere approvato entro il 26 novembre 2012 così come prevede la dir. 2009/128/CE). Quindi l’associazione ritiene opportuno che il decreto interministeriale di adozione del Piano nazionale preveda un periodo di moratoria per consentire alle imprese agricole di convertirsi alla difesa integrata. Per Coldiretti comunque il punto dolente è la mancanza di un percorso di partecipazione: "Imbarazzante e deprecabile risulta la totale mancanza di coinvolgimento delle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo, in questa fase di adozione del Piano, visto che Coldiretti ha ampiamente contribuito a segnalare i limiti che tale Piano, nella sua versione originale, presenta rispetto alle prospettive di sviluppo del settore agricolo. Oltretutto l’art. 5, comma 6, del d.lgs. 150/2012 stabilisce che “il Consiglio provvede a consultare periodicamente i portatori di interesse”. Una norma che a quanto pare rischia di essere disattesa sin dall’inizio".

Il Piano nazionale, una volta adottato dal Consiglio, sarà inviato alla Conferenza Stato Regioni per la sua approvazione, dopo di che diventerà operativo a seguito dell’adozione dello stesso, tramite l’emanazione di un decreto interministeriale. (fonteGreenreport)

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