PROPOSTA DI LEGGE CONTRO GLI SPRECHI ALIMENTARI APPRODA ALLA CAMERA

Non solo la Francia ma anche l’Italia adesso ha una legge contro gli sprechi alimentari. Approda infatti lunedì alla Camera la proposta di legge antispreco sostenuta dalle associazioni e presentata dalla deputata del Pd Maria Chiara Gadda. Il voto – forte di un sostegno bipartisan già manifestato in Commissione Affari Sociali – è previsto tra martedì e mercoledì, poi il testo passerà al Senato. Obiettivo della nuova norma è favorire l’uso consapevole delle risorse e il recupero di prodotti ancora utilizzabili da parte delle associazioni di volontariato, sburocratizzando le procedure per la raccolta e la donazione non solo di cibo ma anche di farmaci.

Incentivi per chi dona. Rispetto alla legge francese (approvata a febbraio), che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica e permette di superare le difficoltà che molti donatori incontrano.

Il tema della pdl è dunque semplice e immediato – combattere gli sprechi, recuperare il più possibile ai fini di solidarietà sociale – ma il testo (composto da 17 articoli) è abbastanza complesso, perché implica normative sulla sicurezza alimentare e anche di tipo fiscale, per evitare evasione o forme di mercato nero. Inoltre si focalizza sulla responsabilizzazione del singolo cittadino.

Tra le altre novità, la possibilità di distribuire beni alimentari confiscati, cosa che già avviene ma a discrezione dei magistrati. Inoltre le associazioni di volontariato, accordandosi con l’imprenditore agricolo, potranno recuperare i prodotti che rimangono a terra durante la raccolta. Infine la legge garantirà ad attività  commerciali e produttive uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale alla quantità di cibo donato.

I fondi stanziati. La nuova normativa stanzia anche risorse economiche importanti. Il fondo legato al Tavolo indigenti (che da oltre due anni lavora mettendo insieme enti caritativi, industria, grande distribuzione e organizzazioni agricole per l’acquisto di derrate alimentari) è incrementato con 2 milioni di euro per l’anno 2016. Poi vengono stabiliti altri due fondi: il primo, da 1 milione di euro all’anno per tre anni (2016-2018), fa capo al ministero dell’Agricoltura e finanzia progetti relativi a ricerca e sviluppo tecnologico nel campo del packaging intelligente antispreco, con la possibilità di coinvolgere i volontari del Servizio civile nazionale.

L’altro fondo, sempre da 1 milione di euro, è destinato dal ministero dell’Ambiente per promuovere nei ristoranti l’uso di contenitori per portarsi a casa gli avanzi (le cosiddette family bag già in sperimentazione in Veneto).

Maurizio-Martina-Ministro-MIPAAF.jpg“La legge contro gli sprechi alimentari rappresenta una delle eredità dirette di Expo Milano 2015”, spiega il ministro delle Politiche Agreicole Maurizio Martina. “Finalmente l’Italia si potrà dotare di una norma che rafforza il lavoro di contrasto a un fenomeno che solo da noi vale più di 12 miliardi di euro all’anno. Puntiamo a far crescere la consapevolezza nei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, a semplificare le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura si disegna un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Sotto questo versante l’Italia rappresenta già una buona pratica a livello internazionale: ogni anno recuperiamo 550mila tonnellate di eccedenza in tutta la filiera. Nel 2016 vogliamo arrivare a 1 milione. Il nostro piano SprecoZero va avanti con le misure della nuova legge e con l’intervento che abbiamo già fatto con la stabilità, dove abbiamo reso per le imprese più conveniente donare che sprecare cibo. È importante anche che la legge riconosca e rafforzi l’impegno del tavolo indigenti che da oltre due anni lavora al Ministero mettendo insieme enti caritativi, industria, grande distribuzione e organizzazioni agricole.
Nel mondo un terzo della produzione di cibo viene sprecata – spiega Martina. Si tratta di una delle piaghe più forti contro cui combattere per affermare davvero e concretamente il diritto al cibo come diritto universale, per contribuire a raggiungere l’obiettivo Famezero al 2030 sancito dalla Carta di Milano e dai nuovi Obiettivi del millennio dell’Onu. L’Italia, anche con la nuova norma, è pronta a fare la sua parte”.

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