PAC, DE CASTRO: “RISORSE EUROPEE SPARSE. SERVE REVISIONE DI MEDIO TERMINE”

“Il rischio che stiamo correndo è che per andare oltre la crisi, si vada oltre la PAC, con una lenta e inesorabile ri-nazionalizzazione”. Questo il monito del coordinatore S&D per la Commissione agricoltura dell’Europarlamento Paolo De Castro (nella foto) nel suo discorso al convegno sulla politica agricola comune (PAC) del futuro “CAP – Beyond the crisis – paving the way for sustainable growth” tenuto ieri a Bruxelles. Al convegno, organizzato dal think tank Farm-Europe e dall’eurodeputato Michel Dantin, è intervenuto il Commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan e hanno partecipato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il numero uno del sindacato agricolo francese FNSEA Xavier Beulin e molti eurodeputati, come la vicepresidente dell’Eurocamera Mairead McGuinness e Jean Arthuis, presidente della commissione bilancio.

FarmEurope“La reazione europea alla crisi, i 450 milioni varati in autunno, a cosa sono serviti? – ha attaccato De Castro – la dispersione della somma nei rivoli delle decisioni nazionali, ha di fatto mortificato il potenziale che si sarebbe potuto sviluppare con un uso organizzato a livello europeo di quelle risorse”. “Si è trattato di un eccesso di flessibilità concesso agli Stati membri – ha proseguito De Castro – che non contribuisce a vedere l’UE come parte della soluzione”. “Se avessimo la possibilità di fare una revisione di medio termine della Pac, come a mio avviso sarebbe necessario – ha concluso – si dovrebbe guardare, da un lato, a modelli diversi di gestione del rischio per reagire in modo rapido e efficace alle crisi perché gli strumenti che abbiamo oggi non bastano e, dall’altro, a come migliorare il trade-off tra effetti ambientali, complessità amministrativa e condizionamenti aziendali causato dal pagamento verde”, ovvero il cosiddetto greening che conta per il 30% degli aiuti diretti agli agricoltori. Per superare le complessità del greening, De Castro ha proposto delle ipotesi di lavoro, come “una domanda per i pagamenti diretti che sia poliennale” in modo da poter recuperare al greening “pratiche come la rotazione, che sono più efficaci della diversificazione in termini di performance ambientale e, generalmente, sono meno onerose per gli agricoltori”.

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