PESCHE PIATTE, ELEUTERI: “RICERCA E QUALITÀ ELEVATA PER DISTINGUERSI DALLA SPAGNA”

La storia e l’evoluzione del mercato della pesca piatta è stata al centro di un partecipato e importante congresso sabato scorso al Crea di Roma a cui hanno partecipato alcuni dei massimi esperti del settore, tra cui Ignasi Iglesias Castellarnau dell’istituto di ricerca IRTA (Catalogna – Spagna), Marco Eleuteri, dell’omonima azienda agricola marchigiana socia dell’Aop Armonia di cui è direttore commerciale, Davide Neri e Ignazio Verde, rispettivamente direttore e ricercatore de Crea, Centro di ricerca per la frutticoltura.

Nel corso della giornata sono stati presentati i dati produttivi e l’evoluzione del comparto delle pesche platicarpa. Colpisce in particolare il boom dei volumi raggiunti dalla Spagna, primo produttore mondiale. Il Paese iberico nel 2002 produceva 4.500 tonnellate di pesca platicarpa su una superficie di 450 ettari. Dal 2010 in poi è iniziato il vero e proprio balzo in avanti: quest’anno sono state investiti 15.160 ettari con una produzione di oltre 270.600 tonnellate.

Questo trend sta creando già alcuni problemi in Spagna, specie nella zona di Lerida, maggiore regione produttiva: qui, dopo il boom iniziale, la media di liquidazione sta scendendo notevolmente negli ultimi anni: dal picco di 1,6 euro al chilo nel 2007 si sono toccati i 46 centesimi nel 2015 (39 quelli nel 2014), con molti produttori che accusano già il colpo e remunerazioni già sotto al costo di produzione.

In Italia, invece, nonostante il comparto di nicchia si stia sviluppando, si stimano meno di 500 ettari di produzione a platicarpa: oltre la metà sono coltivati tra Marche, Campania, Calabria e Sicilia. In questo contesto l’Aop Armonia, con circa 70 ettari coltivati tra Marche e Campania, rappresenta il 15% della superficie stimata in Italia e l’azienda agricola Eleuteri è titolare dei diritti di moltiplicazione per l’Italia della varietà più diffusa nel Belpaese, la Ufo 4.

Dal 2015 l’Azienda Eleuteri ha ottenuto la protezione comunitaria anche per la varietà mediotardiva Strike. Nell’incontro lo stesso Iglesias ha citato l’azienda marchigiana come esempio virtuoso di produzione, coltivazione e commercializzazione della pesca piatta.

Eleuteri nel suo intervento ha spiegato le caratteristiche delle pesche piatte sottolineando come il consumo delle platicarpa sia in crescita ogni anno grazie anche alla loro dolcezza e facilità di consumo grazie alla loro forma schiacciata. La delicatezza del frutto impone una gestione “artigianale” del prodotto in tutte le fasi della filiera, dalla coltivazione alla raccolta fino al confezionamento. Il manager marchigiano ha inoltre precisato come in Spagna invece regni un approccio “industriale” della Paraguayos (il nome iberico della platicarpa) “nonostante non sia il più consono a questo tipo di frutto”. In Italia, invece, dovremmo adottare un approccio appunto più “artigianale” che dia maggiore qualità”, ha sottolineato Eleuteri. “Per farlo dobbiamo insistere sulla ricerca che deve privilegiare il gusto piuttosto che la produttività.

Eleuteri ha sottolineato anche come la gestione produttiva delle pesche piatte sia complessa e che ciò comparti quindi una maggiorazione dei costi di produzione di almeno il 50%, “che per forza di cose devono riflettersi sulle quotazioni di mercati. Se ciò non dovesse accadere la produzione di qualità della platicarpa diverrebbe insostenibile”.

In questo contesto l’azienda Eleuteri, che nei prossimi due anni conta di aumentare di circa 30 ettari la produzione di pesche piatte nella Marche e di 20 (di più precoce) in Campania e Calabria, sta portando avanti un programma di miglioramento varietale della pesca Saturania, anche attraverso un accordo con il Crea per rilanciare il ruolo dell’Italia sulla platicarpa a livello internazionale. “La ricerca – precisa Eleuteri – è finalizzata ad individuare nuove varietà di pesca piatte dall’elevato profilo gustativo. È infatti su questo piano che vorremmo distinguerci dagli spagnoli: con nuove varietà, forse meno produttive, ma sicuramente superiori dal punto di vista organolettico”.

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