UVA, DIDONNA: “SU APIRENE INNOVAZIONE VARIETALE FONDAMENTALE. E DAL 2017 PARTIREMO CON IL BIO”

Dalla specializzazione nelle varietà di uva senza semi, all’impegno nel campo della sostenibilità ambientale fino alla certificazione in materia di tutela della biodiversità: uno dei tratti distintivi dei DiDonna è rappresentato dall’innovazione. Un approccio che parte da lontano, dato che l’azienda di Rutigliano (Bari) è stata tra le prime in Italia a credere alle uve seedless,  e che guarda avanti, anticipando ancora le tendenze dei mercati più evoluti.

“L’innovazione varietale si sta concentrando tutta sulle apirene, su cui si è lavorato molto anche per migliorare ulteriormente il gusto e alcuni aspetti produttivi – conferma Raffaella DiDonna (nella foto) –. E i riscontri di mercato danno ragione agli sforzi della ricerca: con consumi stabili sulle varietà bianche, in aumento sulle varietà rosse, con una tendenza di richiesta in aumento per le nere.

“Pur concentrati sulle varietà più strategiche non abbandoniamo le più tradizionali varietà con semi tipiche delle nostre zone produttive, tenendo sempre elevato il livello qualitativo, unica via per assicurare loro un futuro commerciale positivo. Nel lavoro di ricerca varietale e di attenzione agronomica, risulta strategico il calendario di produzione – aggiunge Raffaella DiDonna – e all’Italia serve presidiare più puntualmente il periodo medio-tardivo”

Di pari passo con la produzione di varietà all’avanguardia, l’azienda DiDonna ha negli anni adottato un approccio di salvaguardia paesaggistica e ambientale: un lungo percorso che ha portato l’anno scorso alla certificazione Biodiversity Friend della Onlus World Biodiversity Association, la prima certificazione che garantisce la tutela della biodiversità in agricoltura. Tra le misure a tutela dell’ambiente, sui terreni di proprietà sono stati creati veri e propri “corridoi ecologici” che consentono di tutelare la flora e la fauna presenti, oltre alla presenza dei tradizionali muretti a secco che favoriscono il mantenimento di un habitat in sintonia con il paesaggio mediterraneo. E questo impegno in ambito ambientale non ha mancato di attirare l’attenzione di quelle insegne della moderna distribuzione estera che sono più sensibili a questi temi. In primis il retailer britannico Waitrose che ha attribuito a DiDonna lo status di ‘Demonstration Farm’, inserendola in una ristretta selezione di fornitori che si sono distinti nelle pratiche di salvaguardia ambientale.

Una direzione che vede l’azienda sempre più convinta, con l’avvio di un percorso di conversione al biologico: “Il passo successivo di questa filosofia è l’avvio della produzione biologica, e l’anno prossimo – annuncia Raffaella DiDonna – partiremo con le produzioni bio, con l’obiettivo di una graduale e progressiva conversione delle nostre coltivazioni. Si tratta di una scelta prima di tutto etica e coerente con la responsabilità che abbiamo sempre sentito nei confronti dell’ambiente e dei consumatori – sottolinea l’imprenditrice pugliese – e ci fa molto piacere che il mercato stia sempre di più prendendo questa direzione, come dimostrano le crescenti richieste e l’interesse generale della grande distribuzione organizzata”.

Per quando riguarda la stagione in corso l’imprenditrice barese si dimostra piuttosto soddisfatta dell’andamento produttivo e commerciale. “La qualità delle uve senza semi precoci è buona se non ottima, questo clima sta facendo maturare bene e velocemente le uve. Ciò ha favorito i consumi, che si stanno attestando su buoni livelli, anche grazie alle difficoltà riscontrate dalla Spagna che sta avendo problemi di qualità e quantità. Il grado brix in media è superiore rispetto allo scorso anno. Il clima in primavera non ha influenzato le produzioni che nel periodo estivo hanno proseguito la maturazione con regolarità consentendo di effettuare una raccolta regolare, semmai in anticipo di 5-6 giorni”.

DiDonna nel 2015 ha commercializzato 10 mila tonnellate di uva da tavola, con vendite in continuo aumento per le produzioni senza semi, soprattutto grazie al Nord Europa che viaggia a doppia cifra, a differenza di paesi come Spagna, Francia e Italia dove l’incremento dei consumi è più timido, ma aumenta di anno in anno. L’Italia, in particolare, sta tornando a guadagnare terreno grazie ad un aumento dell’interesse, in crescita in particolare per le uve apirene.

Allo storico lavoro sull’uva si è affiancato negli ultimi anni un focus su agrumi e albicocche, grazie soprattutto all’accordo di partnership con il Gruppo Battaglio che ha permesso una crescita commerciale sul mercato interno. A oggi l’Italia vale il 40% del volume d’affari con una quota di export che sfiora il 60% (principalmente Europa, soprattutto Regno Unito, Olanda, Belgio, Svizzera, Austria, Spagna, Francia, Germania).

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.