EUROMONITOR: “VENDITE INSALATE IN BUSTA, +7,5% NEI PROSSIMI 5 ANNI”

Il settore della IV gamma è pronto al decollo. L’incremento stimato per i prossimi cinque anni da Euromonitor delle vendite a volume per le insalate in busta è del 7,5%. Un trend che le aziende italiane che maggiormente spingono sull’innovazione stanno cavalcando con la proposizione di nuovi prodotti sempre più vicini ai desiderata dei consumatori, come, ad esempio, le ciotole vegane, mix di insalate e tofu, che il gruppo Rago sta studiando per presentarle alla prossima edizione di Fruit Logistica a Berlino o i nuovi minestroni a marchio Solarelli (I gamma evoluta), realizzati dall’inedita joint-venture tra le aziende Sipo e Apofruit e arrivati sul mercato in questi giorni.

Raffaello_Bernardi“Quelli registrati dai più accreditati istituti di ricerca – spiega Raffaello Bernardi (nella foto a fianco) di SG Marketing – come, ad esempio, Euromonitor, sono segnali indiscutibilmente positivi principalmente per le insalate in busta che rappresentano il 75% del mercato della IV gamma. Il potenziale di crescita è ravvisabile sia da un punto di vista di penetrazione di mercato che adesso è al 77% e quindi può incrementare di un ulteriore 23%. D’altro canto ci sono significativi margini di manovra anche guardando alla frequenza di acquisto che oggi avviene ogni tre settimane”.

I principali driver di questa crescita, che secondo Nomisma, hanno già portato l’Italia, nel 2015, ad essere il primo consumatore europeo di prodotti fresh-cut (con 1,6 chili all’anno contro l’1,4 kg britannico e il mezzo chilo l’anno in Germania), sono dati innanzi tutto dai desiderata dei consumatori.

“Il 34% – continua Bernardi – dichiara di preferire prodotti che abbiano una valenza salutistica; per il 29% prevale l’aspetto convenience ossia il servizio. Il 15% chiede prodotti che facilitino la vita. C’è anche una forte attenzione ai temi della sostenibilità, 28%, e della naturalità ossia l’assenza di additivi e conservanti, importante per il 23% dei consumatori”.

Il cambio degli stili di vita e la costante riduzione dei tempi destinati alla cucina e all’alimentazione, rappresentano una spinta naturale verso il settore dei prodotti ready to eat. Una tendenza che si traduce anche in una sorta di responsabilità sociale per le aziende di I gamma evoluta, IV e V gamma che possono ben giocare un ruolo da protagonisti per la promozione di abitudini di consumo più sane.

ceccariniPer quanto riguarda l’intesa tra Apofruit e Sipo, Massimo Ceccarini (nella foto a fianco), direttore generale dell’impresa riminese, spiega i dettagli: “Abbiamo realizzato una partneship con Apofruit per la realizzazione di minestroni che stiamo proponendo in questi giorni alla Gdo. Si tratta di prodotti di I gamma evoluta, ossia verdure con la buccia porzionate in una confezione con l’etichetta che spiega come usarle”.

D’altro canto, anche nei laboratori Rago si lavora su questa tendenza, non solo con il lancio l’anno scorso della linea ‘Spadellami’, mix vegani di cavoli tagliati a julienne pronti per la cottura ma anche per essere mangiati crudi, ma nuove referenze sono allo studio in laboratorio.

“Si tratta di nuove ciotole vegane – rivela Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Campania nonché direttore commerciale di Taurus sca Gruppo Rago specializzato nella fornitura di insalate per la IV gamma -, stiamo lavorando a nuovi prodotti, ad esempio, a dei mix di insalata con tofu che pensiamo di potere lanciare già dalla prossima edizione di Fruit Logistica. Ma vorrei sottolineare che senza la collaborazione con la Gdo, nella promozione dei nuovi prodotti, diventa tutto più difficile. Occorre superare le logiche che nei frighi vengano esposti solo i prodotti alto-vendenti”.

Per quanto riguarda i canali che hanno rivelato maggiori margini di crescita, nell’ultimo anno sono stati i discount che nell’ultimo anno sono cresciuti del 18,2%, contro una media del totale del mercato dello 0,3%, arrivando nel 2016 a rappresentare una quota di mercato del 14%.

“In un anno – conclude Bernardi – i discount hanno eroso una quota di mercato del 2% a ipermercati e supermercati che insieme dominano il settore della IV gamma con un 78% complessivo di quota. Questo dato viene spiegato innanzi tutto dalla loro strategia volta alla differenziazione e alla qualificazione del prodotto fresh-cut. Ma occorre tenere in considerazione anche una maggiore attenzione al prezzo da parte dei consumatori e anche il fatto che l’anno scorso la rete dei discount italiani si è ampliata di 132 store”.

Mariangela Latella

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