ACCORDI BILATERALI, OLIVERO (MIPAAF): “ALLA CINA CHIEDIAMO MAGGIORE ATTENZIONE VERSO L’ITALIA”

“Il settore ortofrutticolo è strategico per l’agroalimentare made in Italy. Dal sud al nord le regioni produttive, hanno sviluppato eccellenze che sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo anche grazie a vetrine di rilievo come il Macfrut che è anche un hub internazionale per tutta la filiera ortofrutticola. Uno strumento importante che permette di lavorare sul ricompattamento degli operatori, necessario per far fronte alla competizione sempre più agguerrita con i grandi produttori europei e per riuscire ad aprire nuovi mercati”

Così Andrea Olivero (nella foto), viceministro all’agricoltura ha commentato la presentazione di Macfrut che si è tenuta a Roma (leggi news), questa mattina nella sede dell’Ice, l’istituto per il commercio con l’estero.

Viceministro, come ha accolto le parole di apertura dell’ambasciatore cinese Li Ruiyu nei confronti delle trattative bilaterali, all’ordine del giorno, peraltro, anche dell’ultima visita del presidente Mattarella in Cina?

“Siamo particolarmente lieti di avere ascoltato le sue parole perché, nel settore ortofrutticolo, abbiamo molti dossier già pronti come ad esempio quelli sulle mele e sulle pere che vorremmo aprire ma fino ad ora abbiamo registrato molte resistenze e difficoltà”.

Perché?

“La lentezza del processo con la Cina è sempre stata esasperante non solo per la burocrazia ma probabilmente anche per scelte che sono state fatte a monte. Tuttavia crediamo di avere titolo per poter chiedere alla Repubblica Popolare Cinese di avere maggiore attenzione nei nostri confronti”.

Da due anni si è aperto un tavolo presso l’Ice per agevolare le trattative bilaterali. Quali sono le ultime novità emerse sull’apertura di nuovi mercati?

“Stiamo lavorando su campagne mirate sia di consolidamento di mercati come quello nordamericano e per l’apertura di nuovi mercati anche attraverso percorsi di education trade per fare conoscere i nostri prodotti. D’altro canto è anche importante una collaborazione con tutti i soggetti organizzati come il Cso, in particolare, che possono darci costantemente informazione soprattutto sulle barriere non tariffarie che spesso non vengono comunicate alle istituzioni ma che poi in realtà creano danni giganteschi ai nostri produttori ed esportatori”.

Il ministero dell’Agricoltura si trova davanti un Sud Italia produttivo che apparentemente può sembrare compatto ma che in realtà si presenta molto spezzettato. Da un lato la Basilicata, quest’anno partner di Macfrut, dall’altro la Puglia del governatore Emiliano, la Sicilia di crocetta che ha ricevuto più di due miliardi di euro per il Psr e la Calabria di Oliviero. Cosa rappresenta il blocco sud per l’ortofrutta?

“Certamente è una parte consistente per numeri produttivi rispetto ai quali è necessario andare a lavorare per fare in modo che ci sia maggiore coesione perché il vero grande problema di queste regioni è che ci troviamo con organizzazioni di produttori troppo frammentate. In questo senso stiamo lavorando con gli assessori regionali per cercare di far loro comprendere quanto sia importante da questo punto di vista l’aggregazione”.

In che modo?

“Spingendola in maniera forte perché senza coesione non si possono mettere le imprese nelle condizioni di essere competitive. Si pensi ad esempio alla provincia di Ragusa che rappresenta una delle eccellenze ortofrutticole italiane. Solo in quel territorio ci sono ben 17 diverse Op. Sono certo che non si possa arrivare ad averne due come nella provincia di Trento ma certamente s può fare un passaggio verso una riduzione concreta”.

A Berlino, Luca Braia, l’assessore all’agricoltura della regione Basilicata, ha accennato alla possibilità di avviare un dialogo tra le regioni del sud anche, eventualmente partendo, da una piattaforma digitale che inizi, ad esempio, dallo scambio di informazioni e/o dati. Cosa ne pensa?

“Certamente anche queste iniziative possono essere importanti soprattutto per non andare a bloccare quanti sono già più innovativi all’interno di questo sistema. E di realtà così ce ne sono nel sistema perché abbiamo aziende straordinarie all’interno di queste regioni. Dobbiamo, però, spingere anche dal punto di vista istituzionale per un’aggregazione diversa”.

Alla vigilia delle elezioni avete un piano di ricompattamento del blocco sud?

“Credo che qui si tratti di un’operazione imprenditoriale. La politica deve fare la sua parte ma la gran parte la devono fare gli imprenditori. Smettiamola di pensare che la politica possa risolvere tutti i problemi se gli imprenditori non credono in se stessi”.

Mariangela Latella

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