FRAGOLE BIO IN CONTAINER: IL PROGETTO DI UNA START UP FRANCESE

Senza pesticidi, a km zero, prodotto in impianti a basso impatto ambientale e dal sapore intenso; che altro chiedere ad un cestino di fragole? Sembrerebbe quasi fantascienza; invece non solo è possibile ma è già realtà, grazie a Guillaume Fourdinier e all’amico Gonzague Gru, cofounder della start up francese Agricool. Un progetto ambizioso, realizzato sull’idea di coltivare fragole bio all’interno di container posti nella prima periferia dei grandi centri urbani. Il primo “Cooltainer” è stato installato nel 2015 a Parigi, suscitando fin da subito molta curiosità. In poco tempo la novità è rimbalzata agli onori delle cronache attirando l’attenzione di importanti venture capitalist e ottenendo dapprima 500 mila euro, poi 4 milioni da un fondo di investimento e, è notizia di questi giorni, un ultimo finanziamento di ben 8 milioni di euro.
Della dimensione di 32 metri quadrati, ogni container può contenere 3.600 piante di fragole installate verticalmente. La resa è 120 volte superiore a quella di un terreno convenzionale, per di più ottenuta senza pesticidi, grazie all’utilizzo di lampade Led, innaffiatori interni e calabroni che garantiscono l’impollinazione dei fiori. “L’opinione comune delle persone è che le fragole prodotte con luce a Led non abbiano un gran gusto – confessa Guillaume Fourdinier -, ma dopo averle assaggiate cambiano idea”.
fragole bio container
“Ad oggi – continua il Ceo di Agricool – la nostra sfida è mettere a punto un modello industriale scalabile, che ci permetta di crescere rapidamente da 1 a 1.000 contenitori”. A tal proposito la società sta considerando la possibilità del franchising; ciò consentirebbe ai due giovani fondatori di concentrarsi sullo sviluppo tecnico e nelle attività di branding, mentre i partner gestirebbero in proprio i container e venderebbero direttamente i frutti del loro lavoro.
A breve verranno installati altri 5 container sempre nell’interland parigino e l’obiettivo è quello di esportare il progetto nelle grandi città dove questo schema di agricoltura urbana e vendita diretta potrebbe funzionare.
Nel futuro l’intenzione è produrre anche tante altre tipologie di frutti e ortaggi, dalla lattuga ai pomodori, fino a cetrioli, zucchine e peperoni. Lo stesso modello è infatti replicabile per tutte le varietà di prodotto. “Vogliamo costruire il più grande marchio di frutta e verdura, senza pesticidi, con tanto sapore, no OGM, raccolta e venduta in giornata”, conclude determinato Fourdinier.
Chiara Brandi

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