VENEZIA SI CANDIDA COME TERMINAL ORTOFRUTTICOLO SULLA VIA DELLA SETA GRAZIE A CMA CGM

CMA CGM, compagnia francese di navigazione che è il quarto gruppo al mondo nel trasporto marittimo dei container (alle spalle di MC, Maersk e Cosco) vuole crescere nel porto di Venezia, ma chiede alle autorità portuali dell’Adriatico la possibilità di attraccare con navi di maggiore portata e di avere a disposizione un servizio ferroviario con più treni. Rispondendo a queste esigenze, Venezia potrà diventare “il capolinea occidentale della Nuova Via della Seta”. Lo scalo lagunare è stato infatti scelto, il 20 luglio scorso, per la presentazione del nuovo servizio di linea diretto della Ocean Alliance tra Estremo Oriente e Alto Adriatico (Rijeka, Koper, Trieste e Venezia) con navi di portata fino a 6000 TEU.

Il responsabile del trade Asia-Europa per la compagnia di navigazione francese, Stephane Courquin, ha presentato al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino, le esigenze di CMA CGM. “Per noi è fondamentale – ha detto Courquin – la possibilità di sfruttare maggiormente l’intermodalità ferroviaria per penetrare ancora di più nell’hinterland italiano e nel Centro Europa. Da parte nostra abbiamo assicurato che c’è spazio per consolidare e incrementare la partnership con il porto di Venezia anche portando navi di portata maggiore”.

Ma se per la dimensione delle navi ci sono dei limiti di pescaggio e di lunghezza, sul fronte dell’intermodalità Musolino a margine dell’evento ha detto di essere già al lavoro “per migliorare l’infrastruttura ferroviaria a porto Marghera non solo per i terminal container ma anche per il capolinea delle autostrade del mare a Fusina” e nel piano di sviluppo che il presidente ha in mente c’è anche un possibile collegamento alla linea ad Alta Velocità che da Venezia corre verso ovest e verso sud.

Paolo Lo Bianco, general manager di CMA CGM Italy, ha sottolineato le grandi speranze che la compagnia ripone sul porto (dove opera nel terminal Vecon) ricordando che nel 2016  i container reefer imbarcati e destinati all’esportazione hanno conosciuto un aumento del 65%.

Da parte sua Musolino ha precisato che “in attesa del futuro nuovo terminal container che sorgerà sulle aree ex-Montesyndial, gli sforzi sono orientati a migliorare i collegamenti con i retroporti del Nord-Est, in particolare Verona e Padova, così come a migliorare l’accessibilità stradale al porto”.

Fra gli operatori più interessati all’attivazione del nuovo servizio diretto con l’Asia operato dai partner della Ocean Alliance (oltre a CMA CGM, la OOCL, la Evergreen e la stessa Cosco) c’è l’importatore di ortofrutta Sama, che da alcune settimane ha avviato un servizio di importazione di ananas raccolti in Indonesia e destinati all’Italia e al Centro Europa. Un nuovo traffico che con i servizi di linea in transhipment non era possibile portare a Venezia. Si parla nello specifico di un traffico che sfrutta la presenza del Venice Green Terminal a terra e che, secondo quanto spiegato dal general manager di Sama, Giorgio Masiero, “dovrebbe portare a breve 1500 container all’anno stando al nostro business plan 2018-2020. In una seconda fase prevediamo di aggiungerne altri mille all’anno per la commercializzazione verso i Paesi esteri confinanti, inclusa la Germania meridionale”.

Nella piattaforma logistica del Venice Green Terminal, c’è la possibilità di stoccare oltre 5.000 euro pallet grazie a 5 celle specifiche a temperatura controllata e a un’attrezzatura per il ciclo del freddo tecnologicamente avanzata.

In proposito il presidente Musolino ha precisato che Venezia, attraverso il Green Terminal, è in grado di offrire servizi interessanti alle aziende che si occupano di import-export di ortofrutta.

 

Nella foto, Pino Musolino (secondo da destra) con alcuni operatori indonesiani

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