SACCHETTI AL BANCO ORTOFRUTTA: DA GENNAIO 2018 SARANNO A PAGAMENTO

Dal 1° gennaio 2018 i sacchetti dell’ortofrutta dovranno essere biodegradabili e compostabili e pure a pagamento. A sancirlo l’approvazione alla Camera della legge di conversione del decreto legge Mezzogiorno, che definisce i nuovi requisiti per tutte le buste con spessore inferiore ai 15 micron (micrometri). La legge conferma anche le regole per gli shopper monouso biodegradabili per asporto merci. Ad annunciarlo è l’associazione Assobioplastiche e un articolo de Il Fatto alimentare.

La nuova norma, si spiega il sito web, riguarda i sacchetti leggeri utilizzati per trasportare la spesa, quelli più leggeri usati per imbustare la frutta e la verdura venduta sfusa e anche carne, pesce, prodotti da forno e di gastronomia che si acquistano al banco nei supermercati. Tutti dovranno essere biodegradabili e compostabili, rispettando lo standard internazionale UNI EN 13432 e per questo motivo necessiteranno di una certificazione da parte di enti accreditati.

Ma c’’è di più: tutti i sacchetti biodegradabili e compostabili, comprese le shopper per la spesa, a partire dal nuovo anno dovranno contenere almeno il 40% di materia prima da fonte rinnovabile. Una percentuale che salirà al 50% nel 2020 e al 60% l’anno dopo. Inoltre, per i sacchetti da usare a contatto con il cibo è richiesta l’idoneità alimentare.

Non mancano, come detto, anche le note dolenti per i consumatori: dal gennaio 2018 tutti i sacchetti leggeri e ultraleggeri dovranno essere ceduti esclusivamente a pagamento, come avviene adesso per le shopper monouso da spesa in vendita alle casse dei supermercati al prezzo di 10 centesimi circa. Tra pochi mesi i consumatori dovranno quindi dire addio ai sacchetti per ortofrutta (macelleria, pescheria, gastronomia, ecc.) distribuiti gratuitamente. Il prezzo di vendita (ancora sconosciuto anche se si parla di 5-6 centesimi a pezzo) dovrà risultare sullo scontrino o sulla fattura, come già accade per le buste da asporto merci.

Una decisione che non piace a molti, specialmente tra le catene distributive che vedrebbero aumentare i costi (si dice fino a quattro volte in più rispetto a quelli usati oggi). Tra queste c’è Coop, che, riferisce Il Fatto alimentare, si dice contraria alla scelta di far pagare i sacchetti ai consumatori, ma a cui sarà costretta ad adeguarsi. Chi non rispetta le nuove regole, infatti, rischia multe salatissime, fino a 100 mila euro. Il legislatore vuole così punire chi cerca di aggirare la normativa utilizzando espedienti e diciture come “per uso interno” e “non per asporto merci” per poter utilizzare buste non compostabili e vanificando gli sforzi per ridurre il consumo di plastica usa e getta.

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