CANICATTÌ, ALLO STUDIO UNA FONDAZIONE PER RICERCA E SVILUPPO SU UVA DA TAVOLA

Allo studio del Comune di Canicatti il progetto per la costituzione di una fondazione dedita alla ricerca e allo sviluppo del comparto uva da tavola. L’approccio ai nuovi mercati richiede ammodernamento delle tecniche colturali, sviluppo di nuove varietà anche per estendere la stagionalità oltre che una massa critica compatta per non soccombere davanti ai grandi distributori.

La difficoltà principale di realizzare un progetto del genere è mettere insieme, davanti ad un tavolo, tutti gli attori del comparto, non solo imprenditori ma anche istituzioni e banche, per arrivare ad un progetto condiviso.

“L’aggregazione è un processo che avvantaggia soprattutto i piccoli produttori – spiega Davide Lalicata (nella foto), assessore comunale allo sviluppo economico e alle politiche sociali – che compongono per la maggior parte il nostro tessuto economico e che, con grandi sacrifici, da decenni portano avanti quella che è l’industria principale, il volano che movimenta tutta l’economia di un vastissimo territorio, avvantaggiando tutti i comparti economici e non solo quello agricolo e il suo indotto. In secondo luogo, le piccole imprese potrebbero accedere, attraverso la fondazione, alla ricerca e a progetti innovativi. Un’attività di questo tipo potrebbe offrire ulteriori possibilità di intercettare finanziamenti europei e nazionali che sono preclusi alle micro-aziende, anche per le difficoltà burocratiche che comportano. Fare massa critica, peraltro, crea forza commerciale”.

L’obiettivo di aggregazione è uno dei principali motivi per i quali quest’anno il Comune di Canicattì ha ridato vita all’Uva fest dopo 25 anni di sospensione e non manca l’interesse degli operatori dell’area anche se, da qui alla creazione di un progetto condiviso il passo non è semplice.

“Servono dei campi sperimentali – continua Lalicata – che potrebbero essere ricavati, ad esempio, dalla collaborazione con le associazioni che gestiscono i terreni confiscati alla mafia, senza tralasciare tutte le aziende del territorio che credono in questo processo di sviluppo economico, sociale e quindi culturale “.

Pronti a partire su questo progetto alcuni grandi imprenditori locali come Golden Grapes pioniera sulle coltivazioni biologiche e biodinamiche oppure anche l’azienda agricola Cervino, che con 250 ettari è uno dei principali produttori del comprensorio con mille ettari di uva di Canicattì commercializzata ogni anno pari a un sesto del totale.

“Un progetto di fondazione per la ricerca e lo sviluppo – ha spiegato Maurizio Cervino, contitolare dell’omonima azienda – è interessante anche per avviare un processo di rinnovamento colturale. Fino ad oggi le varietà più diffuse in quest’area sono quelle con semi quindi Uva Italia, Red Globe e Vittoria anche perché i nostri mercati di riferimento, prevalentemente Francia (80%) e Italia (20%) sono soddisfatti di questa offerta. Tuttavia il mercato è in continua evoluzione e oggi serve iniziare a lavorare anche su nuove varietà senza semi che magari ci permettano di estendere la stagionalità fino alla fine di dicembre, periodo in cui si registra un vuoto di mercato a fronte di una elevata domanda che genera remunerazioni interessanti”.

Fra gli altri obiettivi che si prefigge la fondazione anche quello di riportare in auge il vitigno originale dell’uva di Canicattì, ossia quello impiantato per la prima volta molti anni fa, l’originale Uva Italia che ha dato vita a questo poderoso comparto di eccellenza rigorosamente made in Italy.

Mariangela Latella

Canicattì

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