PERE, AMIDEI (OI): “AVVIO LENTO, MA C’È FIDUCIA SU UNA RIPRESA”

“Il clima eccezionalmente mite registrato tra settembre e i primi giorni di novembre ha provocato un lieve ritardo nella domanda delle produzioni tipiche del periodo incluse le pere, soprattutto per le varietà estive (Williams e Santa Maria). L’arrivo del freddo tuttavia dovrebbe invertire tale tendenza con risultati attesi, già in parte osservabili, in netto miglioramento”. Sono le parole di Gianni Amidei (nella foto), presidente dell’OI Pera, l’organismo a sostegno della pericoltura nostrana nato nel 2012, in un momento di crisi del comparto a fronte dell’ascesa di competitor internazionali. Riconosciuto Organizzazione interprofessionale dall’UE nel 2014, oggi conta 28 soci per un patrimonio produttivo di quasi 5 mila tonnellate.

“Il nostro non è un impegno puramente commerciale. Siamo al fianco di tutti gli anelli della filiera, che migliorandosi singolarmente e interagendo tra loro contribuiscono ad un progetto finale di valorizzazione del frutto. In questo senso, lavoriamo costantemente per sviluppare le fasi di conservazione del prodotto, uno dei maggiori problemi del comparto, affinché la pera arrivi alla vendita al giusto grado di maturazione così da essere apprezzata a pieno dal consumatore”.

Tornando al mercato attuale Amidei ammette che “ad oggi i prezzi sono leggermente inferiori alle medie del periodo”. Il motivo è duplice: al clima insolitamente caldo che ha parzialmente contribuito ad un lento avvio della domanda si deve aggiungere una produzione in crescita del 6% rispetto al 2016.  “Un aumento per certi versi inaspettato che riporta i volumi sugli stessi livelli delle campagne precedenti alla scorsa”.

Un buon risultato in campo, ottenuto grazie agli impianti di ultima generazione e alle tecniche di coltivazione all’avanguardia tipiche della pericoltura emiliano-romagnola, ma che al momento non gioca a favore dell’aumento dei prezzi. “È una situazione che a livello generale si riscontra anche in Europa, eccezion fatta per la varietà Conference (di cui la produzione italiana verrà commercializzata solo da gennaio 2018). Ma siamo fiduciosi: nonostante la siccità estiva non riscontriamo alcun problema sulla qualità, anzi. A livello organolettico la produzione di quest’anno è davvero eccezionale, le temperature elevate hanno contribuito ad incrementare il grado zuccherino e il sapore dei frutti. Una serie di fattori che non potranno non influenzare positivamente il mercato e la domanda”.

Chiara Brandi

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