CORIGLIANO CAPITALE DELLA CLEMENTINA ITALIANA. IL FUTURO PASSA DA AGGREGAZIONE E INNOVAZIONE

Il 66% delle 400 mila tonnellate di clementine italiane proviene dalla Calabria dove questo frutto è un vero motore dell’economia tanto da coinvolgere 22 mila aziende. La qualità poi è indiscutibile, forse la migliore al mondo ed è in grado di intercettare le nuove tendenze dei consumi verso prodotti naturali, facili da mangiare (le clementine sono senza semi e si sbucciano con estrema facilità) e con una forte identità territoriale. Il tema è mettere insieme e organizzare questa enorme massa critica che significherebbe mettere a valore il vero e proprio tesoro dell’agricoltura calabrese. Le 22 mila aziende che producono clementine hanno infatti una media poderale di soli 2 ettari e ciò rende cruciale la concentrazione della funzione commerciale attraverso un appropriato processo di aggregazione. Un secondo aspetto di grande importanza è tecnico: allungare il calendario di produzione attraverso l’innovazione varietale. Se infatti nei mesi di dicembre e gennaio la clementina rappresenta ben il 15% del fatturato della frutta venduta dalle catene della grande distribuzione italiana, la stagione produttiva e commerciale fatica a superare i 45 giorni per cui il consumo annuo pro-capite degli italiani è di ‘soli’ 6 chili di clementine. Infine, un terzo aspetto ma non il meno importante è alzare il valore del frutto, uscendo dalla logica del giorno per giorno, attraverso appropriate azioni di marketing che rafforzino l’identità certificata della clementina calabrese.

Tutti questi dati sono emersi e sono stati dibattuti nel corso del convegno che si è svolto venerdì 17 novembre, al Castello di Corigliano per iniziativa del Consorzio Clementine di Calabria IGP, un organismo che può e deve assumere un ruolo fondamentale per innalzare il valore della clementina calabrese. Sono intervenuti esperti di livello nazionale come Eugenio Govoni, presidente di Check Fruit, e Salvo Garipoli della SG Marketing di Bologna, oltre al presidente di UNAPROA Antonio Schiavelli. Da Strasburgo ha inviato un video-intervento il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro. I lavori sono stati aperti dalle parole di benvenuto del consigliere delegato all’Agricoltura della Regione Calabria Mauro D’Acri, dal vicesindaco di Corigliano Francesco Oranges, dal sindaco di Rossano Stefano Mascaro.

“Dobbiamo mettere in moto tutte le azioni possibili per valorizzare veramente la clementina di Calabria puntando sull’IGP perché questo vuole il consumatore e questo è il nostro interesse di produttori” ha chiosato il ‘padrone di casa’, Giorgio Salimbeni, presidente del Consorzio che ha organizzato l’evento che ha fatto, per un pomeriggio di Corigliano, la vera capitale della clementina italiana. Dal convegno è emerso chiaramente che è proprio l’IGP lo strumento di crescita di questo prodotto meraviglioso.

Eugenio Govoni ha fatto il punto sulle IGP che, insieme alle DOP, “costituiscono un tesoro del settore agroalimentare che va sfruttato”. Purtroppo molte denominazioni sono poco utilizzate dalle imprese e stentano ad arrivare al consumatore: la percentuale di utilizzo è sotto il 20%. La Calabria ha il 6,2% delle IGP e DOP nazionali, una percentuale significativa. Il disciplinare delle clementine è del 1997, avrebbe bisogno di un aggiornamento, così come quasi tutti i disciplinari delle IGP italiane. L’IGP per le clementine di Calabria è un grande valore da difendere e valorizzare.

Questa è stata la conclusione anche di Salvo Garipoli, che da parte sua ha sottolineato rilevanti aspetti di marketing mettendo a fuoco l’importanza del territorio come elemento indentitario in testa alle richieste del consumatore. Mangiare ortofrutta è di moda ed il consumatore oggi sta facendo una scelta di campo sostituendo le fonti proteiche animali con i vegetali. Di fronte a questo scenario i produttori di clementine possono e devono giocare le loro carte in  modo più consapevole con la grande distribuzione organizzata. Le persone sono disposte a spendere di più nella ricerca del cibo migliore, naturale e facile da consumare, e le clementine rispondono perfettamente a queste esigenze. Per mettere a frutto questa posizione di vantaggio sono i produttori che debbono organizzarsi perché “è la distribuzione che ha bisogno di voi”. Come? Facendo sinergie, uniformando le confezioni, rendendo il prodotto più riconoscibile.

D’accordo su questo il presidente di UNAPROA Antonio Schiavelli, lui stesso produttore di clementine di Calabria: “Per vendere c’è bisogno di organizzazione. La vera sfida è convincersi della necessità di mettersi insieme. Il consumatore chiede tutte cose che noi abbiamo, compreso il sistema dei controlli che è tra  migliori a livello mondiale”. Schiavelli ha accennato alle misure di sostegno al settore per poi affermare che il Consorzio dell’IGP dovrebbe darsi come obiettivo l’indicazione dei costi di produzione e quindi un riferimento del prezzo base del prodotto.

Apprezzate le indicazioni lanciate dall’on. De Castro da Strasburgo. Un convegno ricco di stimoli, che ha gettato le basi per i prossimi traguardi del Consorzio delle Clementine di Calabria IGP.

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