FICO È PARTITA ALLA GRANDE, ALLA FACCIA DEGLI JETTATORI: È UNA VERA OPPORTUNITÀ

Molto si sta scrivendo sulla Fabbrica Italiana Contadina, la così detta Disneyland del cibo (italiano) inaugurata la scorsa settimana a Bologna. Sfido io: si tratta di una struttura formidabile – 8 ettari di mostra permanente del meglio dell’agroalimentare italiano, con vere e proprie fabbriche dove si produce (e si impara). E poi aree per la educazione e il divertimento, la rassegna del patrimonio zootecnico italiano, orti e frutteti, ristoranti, street food… Insomma la rappresentazione completa dell’agricoltura e del cibo made in Italy.

Anche per il mondo ortofrutticolo si tratta di una importante piattaforma di promozione. Vi saranno quindi aree totalmente dedicate a frutta e ortaggi (come per esempio Il POMO o il ristorante only veg Giardino). La rappresentazione dell’ortofrutta nazionale partirà fin dalla entrata, affidata ai trentini di Melinda: una piramide di mele (2,5 tons) che accoglierà il gran numero di visitatori previsti. Melinda è stata scelta per la prima narrazione della formidabile biodiversità italiana, che nell’ortofrutta si manifesta con migliaia di varietà offerte nell’arco di tutto l’anno. Un patrimonio da conservare e valorizzare – abbiamo già scritto che per l’ortofrutta bisogna fare quanto si è fatto nel vino, e il successo, siamo certi, sarà garantito.

Ora, svolto – spero non troppo sbrigativamente – l’incarico affidatomi dal Direttore (“Duccio parlami un po’ di ortofrutta e FICO”), lasciatemi levare qualche sassolino dalle scarpe. Leggevo la già copiosa rassegna stampa – encomiastica perlopiù, qualche critica intelligente (e ben accetta). Poi gli jettatori, quelli mossi da un livore cieco, parrebbe frutto di qualche atavica frustrazione – gli odiatori da tastiera (haters dicono i moderni), i venditori di bufale (fake dicono i giovani), quelli che augurano e sarebbero felici di ogni fallimento solo per poter affermare “l’avevo detto io “, quelli che, facili alla critica, non propongono mai alcuna alternativa o idea. Si tratta, credo, di una psicosi collettiva che colpisce persone che compongono la categoria più preoccupante nel nostro Paese. Quella che mina ogni entusiasmo, ogni sviluppo, ogni tentativo, ogni sogno. Leggo che dal 2008 dall’Italia se ne sono andate 1,5 milioni di persone, in maggioranza giovani di belle speranze. Sono certo che se ne sono andati perché stanchi di starsene con le mani in tasca (alla ricerca di amuleti di ogni fatta) in un Paese che avrebbe invece da offrire tante opportunità – se solo lasciasse maggior spazio alla creatività e all’entusiasmo (giovanile).

La cosa che mi ha fatto piacere girando per le corsie di FICO è stato di vedere tanti ragazzi contenti ed entusiasti. Ragazzi che saranno gli alfieri dell’agricoltura e del cibo italiano. Per quanto riguarda gli jettatori sono invece sereno: ricordo le decine di Cassandre e gli “acuti” critici dell’Expo, tutti poi zittiti dal grande successo dell’iniziativa. Loro non lo sanno: portano bene.

Duccio Caccioni

opinionista

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