REGOLAMENTO UE PER IL BIOLOGICO, IL SETTORE SI SCHIERA CONTRO

Dopo il via libera degli Stati europei al nuovo regolamento per l’agricoltura biologica, oggi il nuovo Regolamento europeo per il settore biologico affronta il voto della Commissione agricoltura del Parlamento Ue. Ma una larga parte del settore agricolo, con le associazioni di categoria in testa, si schierano contro il provvedimento.

Nello specifico la Cia-Agricoltori Italiani rivolge un appello a votare “no” ai parlamentari europei che saranno chiamati a dare il via libera al testo che regolerà le norme connesse all’agricoltura bio.

“Il nuovo documento va bocciato – sostiene la Cia – perché non riforma nulla, soprattutto non apporta alcun miglioramento per i consumatori nel momento in cui non mette mano alle regole sulla contaminazione dei prodotti. Per la parte produttiva è addirittura peggiorativo, penalizzando il nostro Paese che è tra i più virtuosi nel rispetto dei disciplinari di coltivazione e, quindi, ci pone in una condizione di svantaggio competitivo”.

“Questo non è un Regolamento che riforma, ma un esercizio accademico che non serve”, spiegano dalla Cia. “La Confederazione da sempre si è posta a tutela delle vere produzioni biologiche, perciò è meglio lasciare le cose come stanno e non procedere a una riforma del genere.

Chiediamo a tutti i parlamentari Ue un atto di responsabilità -conclude la Cia- per un comparto che in Italia è in costante crescita, con oltre 60 mila aziende impegnare e una superficie coltivata a biologico che sfiora il 15% del totale”.

Anche Confagricoltura ha accolto con estrema insoddisfazione l’approvazione a Bruxelles da parte del Consiglio europeo, del nuovo Regolamento sull’agricoltura biologica. “Le nuove disposizioni che l’Europa sta mettendo a punto – ha commentato il presidente della Federazione nazionale di prodotto agricoltura biologica Paolo Parisininon sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni nel nostro Paese, che è al primo posto in Europa per estensione e al secondo per produzione, e rischiano di mettere in seria crisi la produzione biologica italiana”.

Il rischio, a parere di Confagricoltura, è che venga adottato in tutta Europa un sistema di regole che, sotto la spinta delle pressioni provenienti dai Paesi del Nord Europa, renderà di fatto meno stringenti le regole di produzione degli alimenti biologici. Tra i punti più critici, l’assenza di una armonizzazione tra i vari Stati membri sulle soglie di contaminazione da sostanze non autorizzate dei prodotti biologici e la possibilità di commercializzare prodotto biologico, anche se contaminato da pesticidi accidentalmente; oltre all’introduzione di una deroga fino al 2030 (un periodo considerato troppo lungo), per le produzioni biologiche in serra in alcuni paesi del nord Europa (Finlandia, Svezia e Danimarca). C’è poi il punto relativo alle sementi biologiche, dove ancora una volta sono state previste ampie deroghe per consentire fino al 2035 l’utilizzo di sementi convenzionali”.

Confagricoltura ritiene inoltre che la produzione biologica non possa che partire da semi biologici. A tal riguardo – sostiene la confederazione – è stato sicuramente lodevole che il nostro Paese, anticipando la Commissione, si sia già dotato di una banca dati nazionale con un apposito decreto del Mipaaf del 24 febbraio scorso, al fine di ridurre le richieste di deroghe e di monitorare la disponibilità di sementi biologiche in Italia.

Molte perplessità vengono espresse, infine, anche sulle importazioni di prodotti biologici provenienti dai Paesi extra Ue. “Vogliamo – ha continuato Parisini – che venga garantita equità con le condizioni e gli standard qualitativi che i produttori UE sono tenuti a rispettare. La serie di deroghe legate agli accordi commerciali con i Paesi extra Ue previste dal Regolamento, che prevedono l’equivalenza, non vanno, invece, in questa direzione”

In conclusione, Confagricoltura ritiene che il comparto biologico, in forte espansione in Italia come in molti altri Paesi europei, abbia bisogno di una maggiore tutela, sia nei controlli, sia nelle regole di produzione. Per questo auspica che la Commissione Agricoltura e il Parlamento europeo esprimano la loro posizione contraria nella votazione del prossimo dicembre.

Si schiera contro al provvedimento anche Paolo De Castro, parlamentare europeo italiano, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. “Voterò contro l’accordo sul nuovo Regolamento per il settore biologico, approvato dagli Stati membri nonostante nove Paesi contrari, che sarà votato in Commissione agricoltura al Parlamento europeo”, afferma. “Il problema è che le nuove indicazioni non sembrano rispettare i livelli qualitativi raggiunti dal biologico italiano e rischiano di mettere in difficoltà chi in questi anni ha investito e lavorato per questo tipo di produzione: «Le nuove disposizioni non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni nel nostro Paese, al primo posto in Europa per estensione e al secondo per produzione, e rischiano di mettere in seria crisi la produzione biologica italiana”.

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