OPERA E ORIGINE GROUP, PROVE DI DIALOGO: “SULL’ESTERO SI PUÒ COLLABORARE ANCHE SUBITO”

Origine Group e Opera sono davvero pronte a collaborare per spingere a fondo l’acceleratore sulla aggregazione nel comparto delle pere italiane? Il tema potrebbe ritornare di attualità, specie dopo le ultime dichiarazioni dei dirigenti di Origine Group a Futurpera (leggi news), che si sono detti disponibili a collaborare con Opera sui nuovi mercati – Cina, Vietnam, Messico e altri – dove al momento però a causa delle vigenti barriere fitosanitarie non è possibile esportare pere italiane. Di recente a livello ministeriale è stato aperto un dossier per cercare di aprire il mercato cinese alle pere coltivate in Italia. Ma per farlo ci vorranno non meno di un paio d’anni – se va bene – per vedere le prime confezioni sugli scaffali della gdo cinese.

Dal canto suo Luca Granata (nella foto a destra), general manager di Opera, al Corriere Ortofrutticolo ha detto che la disponibilità di Opera Sca a collaborare con Origine Group – su tutti i mercati e nei modi consentiti dalla legge – c’è già da due anni, cioè dal primo giorno in cui si è costituito il Consorzio con sede a Villanova di Castenaso (Bologna), che ha tra i suoi obiettivi principali proprio quello di aggregare possibilmente tutta la produzione nazionale di pere.

“La proposta di Origine per collaborare in mercati come Cina e Vietnam – che auspicabilmente un giorno si apriranno alla nostra produzione, ma che al momento sono ermeticamente chiusi – è per noi certamente più che benvenuta – sottolinea Granata – perché va nella direzione di aggregare il più possibile offerta italiana di pere, che è la direzione che noi di Opera abbiamo indicato come indispensabile fin da prima della costituzione del nostro Consorzio che al momento invece purtroppo aggrega ancora una percentuale della produzione nazionale di pere troppo limitata per essere davvero influente sul mercato”.

Poi Granata rilancia. “Ma perché – intanto che aspettiamo che in futuro si aprano mercati nuovi –  non pensiamo a collaborare da subito, da domani mattina, dove le pere le vendiamo già?”, si chiede il manager di Opera, pensando in primis ovviamente al mercato italiano che assorbe già oggi l’80% della produzione nazionale (“basterebbe aumentare i consumi interni di pere di un chilo pro-capite assorbire il 100% dell’attuale produzione nazionale di pere da tavola”, ricorda Granata) ma anche ai principali mercati esteri che sono già aperti e nei quali gran parte degli operatori sono già presenti. Partendo magari da quelli europei che assorbono già il 92% delle esportazioni di pere italiane.

“Noi tutti di Opera” continua Granata “continuiamo a ritenere che solo una grande aggregazione dell’offerta (maggiore del 51%) possa dare sostenibilità di lungo termine alla coltivazione del pero in Italia e che quindi sarebbe meglio cominciare da subito – anche da domani mattina – ad operare insieme invece che continuare a perdere tempo e altre, enormi, opportunità”.

Ilenio Bastoni (nella foto a sinistra), presidente di Origine Group, ha detto al Corriere Ortofrutticolo che “le possibilità per partire subito con la collaborazione ci sono, anche sull’estero. Purché si porti valore e si aumenti la quota dell’export di pere. Noi non ci tiriamo indietro”.

Sul mercato italiano invece le visioni strategiche sono differenti ed eventuali sinergie con Opera appaiono più difficili. “Aumentare di un chilo i consumi vuol dire crescere del 20-25% a fronte di un calo degli ultimi dieci anni. Poi comunque estrapolare valore aggiunto dal mercato non è semplice”, aggiunge il presidente di Origine Group, che ricorda come il Consorzio che presiede negli ultimi due esercizi è costato meno di due millesimi al chilo sul prodotto degli associati.

“Oltre all’estero – aggiunge Bastoni – siamo pronti anche ad affrontare insieme temi come la valorizzazione delle varietà e dell’Igp, oltre che progetti sull’innovazione”.

Ora bisognerà attendere per capire se alle parole seguiranno davvero i fatti, magari con un primo tavolo di confronto in tempi brevi.

Emanuele Zanini

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