SCOPPIA LA BUFERA SUL BERGAMOTTO DI REGGIO CALABRIA

È bufera sulla filiera del Bergamotto di Reggio Calabria. Proprio ieri (per chi legge) dalle pagine di un quotidiano locale, l’avvocato nonché produttore di bergamotto Amilcare Mollica, ha aperto il valzer delle polemiche che cadono alla vigilia del rinnovo delle cariche del Consorzio Obbligatorio nonché all’indomani dell’approvazione del decreto Omnibus (12 dicembre scorso) sulla nuova Pac.

Il dito di Mollica è puntato contro la figura dell’avvocato Ezio Pizzi (nella foto), presidente del consorzio medesimo, a cui viene contestato il conflitto di interessi dal momento che, oltre a guidare l’ente pubblico di promozione, è anche presidente dell’Op Unionberg e del Consorzio di Tutela del Bergamotto Dop.

Pizzi ha scelto le pagine del Corriere Ortofrutticolo per rispondere alle accuse di Mollica.

“Sono sei anni – ci spiega – che questo signore si mette di traverso alla mia attività di rilancio del bergamotto e puntualmente ogni accusa che mi ha mosso è sempre caduta nel nulla dopo gli accertamenti del caso. L’ultima è stata un’ispezione richiesta alla Regione Calabria, due anni fa, sulla gestione del Consorzio Obbligatorio che si è conclusa un anno fa con un provvedimento di conferma della correttezza di ogni procedura”.

La figura di Ezio Pizzi si è affermata nel panorama reggino della bergamotticoltura quando, all’inizio degli anni duemila, la filiera era allo sbando, gli agricoltori disaggregati (anche per il commissariamento del consorzio) erano messi in ginocchio dai prezzi di mercato ai minimi termini, spinti al ribasso dall’incapacità dell’epoca di fare massa critica. Nessuno credeva più a questo agrume tipico della provincia di Reggio Calabria al punto che rischiava di venire abbandonata per mancanza di redditività e di alcun sostegno istituzionale.

Grazie all’attività aggregante di Pizzi le cose sono cambiate in un paio di lustri. Prima con la costituzione dell’Op Unionberg (2003), poi con la nascita del Consorzio di tutela (2007) e infine, nel 2011 – essendo di fatto l’unico nel panorama del territorio reggino a spendersi attivamente per la rinascita della filiera – con la sua nomina all’unanimità di presidente del Consorzio Obbligatorio. La parte pubblica del consorzio (Provincia, Regione e Comune) gli chiedeva insomma di replicare sull’ente regionale, il processo virtuoso messo in moto sulla filiera.

“Forse a Mollica sfugge – continua Pizzi – che grazie a quest’attività di rilancio, il prezzo del bergamotto è cresciuto del 400% dal 2009 ad oggi, passando da 36 euro al chilo a 146 e che i conti in rosso del Consorzio che era sotto di 4,1 milioni di euro, sono stati messi a posto con operazioni di ingegneria finanziaria e un supporto pubblico minimo di 200mila euro l’anno. Senza considerare che il numero dei suoi soci, all’epoca azzerato, oggi è arrivato a 349. Trovo le accuse di Mollica diffamanti e mi riservo, in ogni caso, ogni azione legale per la tutela della mia immagine”.

Mariangela Latella

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