FRUIT LOGISTICA, ESPOSITORI A CONFRONTO: CHI SALE E CHI SCENDE

Fruit Logistica si conferma la fiera europea per eccellenza in cui i principali Paesi produttori dell’area euro la fanno da padrone con il maggior numero di espositori. Italia in testa con, record assoluto, 514 aziende (+11% rispetto al 2013), Spagna (381 aziende, +43,8%), Olanda (329, +3,1%), Germania (283, +11%), Francia (235, +1,3%) e Belgio (109, +28,2%).

Cresce la presenza di canadesi (+200%, da 7 a 21 aziende, anche grazie al via libera praticamente definitivo del trattato Ceta di libero scambio) e  degli statunitensi (+23,4%, da 47 a 58)  nonostante le difficoltà per gli esportatori Ue verso gli Usa per via delle barriere fitosanitarie imposte.

Oltre alle presenze consolidate, lo scenario del mercato europeo sta vedendo una crescita importante di nuovi competitor globali ancorché esso prospetti – secondo gli esperti – margini di crescita inferiori rispetto a quelli delle nuove piazze emergenti del Far-East.

Dal confronto con i dati forniti da Messe Berlin e relativi all’edizione di 5 anni fa, è possibile osservare la crescente presenza dei Paesi dell’Estremo Oriente, delle economie emergenti del Sudamerica oltre che delle nuove economie agricole africane in fase di sviluppo.

Sono ancora pochi i Paesi asiatici rappresentati rispetto al potenziale produttivo del continente ma la crescita degli espositori, in termini sia percentuali che di valori assoluti, è tra le più significative. In particolare la Cina, (che passa da 35 a 86 aziende, +142,9% rispetto al 2013) e l’India (+500%, da 4 a 24 aziende). In aumento anche gli\espositori giapponesi, sudcoreani e thailandesi.

Per l’America Latina, la crescita di adesioni è stata particolarmente significativa per l’Argentina (+1.967%, da 3 a 62 aziende), Panama (+1000%, da 1 a 11 aziende), Ecuador (+88,9%, da 18 a 34), Colombia (+53,8% da 13 a 20), Cile (+36,4% da 1 a 15), Brasile (+31,3% da 21 a 16), Costarica (+28,6%, da 4 a 18), Messico (+22,4%, da 49 a 60) e Perù (+13,8% da 29 a 33 aziende in cinque anni).

In fase di scalata anche i produttori africani come l’Egitto che si rivela sempre più aggressivo (da 59 a 102 espositori, +72,9%), il Sudafrica (+51,9%%), il Marocco (+50%) e la Tunisia (+25%).

Tra i nuovi competitor che giocano “in casa” con maggiore aggressività sul fronte export F&V, si segnala la Grecia (+158,1% da 31 a 80 aziende espositrici); il Portogallo (+65,4%) e la Polonia (+61%) che fanno da controcanto ai vicini Ucraina (+600% da 3 a 21 aziende), Turchia (+35,5% da 31 a 42) e Regno Unito (+18,8% da 69 a 82).

Per via della crisi mediorientale, sono spariti o, comunque, hanno ridotto la loro presenza nella piazza di Berlino espositori che si erano affacciati cinque anni fa sul mercato Ue come, ad esempio, l’Arabia Saudita che nel 2013 presidiava la fiera di Berlino con 14 aziende, la Palestina (sette aziende nel 2013 e zero quest’anno), Libano (da 18 a 3 aziende) e Pakistan (da 13 a 6).

Cresce la presenza di Israele, soprattutto per il settore agrumicolo e nonostante la rinnovata politica agricola che ha aperto alle importazioni dall’estero proprio per potere contenere i prezzi soprattutto degli ortaggi, in forte aumento per via, da un lato, degli areali limitati e, dall’altro, dalle costose tecnologie irrigue necessarie per rendere fertili terreni prevalentemente aridi.

Sedici le new entry 2018 a Berlino. Tra questi spiccano l’Albania (20 aziende) per l’area balcanica, la Svizzera con 21 aziende, l’Etiopia con 9, l’Azerbaijan con 10 (per il Centr’Asia) Taiwan e Tanzania con 3 e Singapore con una (che rafforzano la presenza del Far-East) e, infine, la Repubblica Dominicana con 12 aziende.

Mariangela Latella

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