BANDI HORIZON 2020 E NONO PROGRAMMA QUADRO, “SERVE PIÙ ATTENZIONE ALLA RICERCA”

Più attenzione alla ricerca applicata e al settore orticolo che rappresenta il 20% dell’industria agricola. Gli scienziati di Eufrin e Euvrin, tirano le orecchie ai bandi Horizon 2020 e Nono Programma Quadro perché, sostengono, non sono strutturati per fare fronte adeguatamente alle reali sfide del settore ortofrutticolo e rilanciano con una serie di raccomandazioni al mondo della politica.

E’ questa la conclusione della conferenza annuale sulle priorità della ricerca nel settore F&V in funzione dei bandi Horizon 2020 e Nono Programma Quadro organizzata dalla task force Ue che vede uniti Freshfel, l’associazione europea dei prodotti ortofrutticoli, Areflh, l’Assemblea delle regioni ortofrutticole europee sotto il coordinamento delle due reti europee di centri universitari e di ricerca nel settore F&V, Eufrin e Euvrin.

Secondo quanto è emerso nella discussione durante la conferenza, gli attuali bandi, strutturati in un’ottica multi-soggetto e multi-prodotto (non solo o non esclusivamente ortofrutticoli) se da un lato consentono di avere una visione completa e di prospettiva di tutta la filiera e quindi di tutta la catena di fornitura in agricoltura, d’altro canto non riescono a mettere a fuoco le peculiarità e le sfide specifiche dei singoli settori e aree produttive ortofrutticole come la diversificazione dei prodotti F&V, la deperibilità, le problematiche che ogni differente area produttiva deve affrontare come ad esempio, siccità, gelo e precipitazioni. Senza considerare il peso dato dal valore aggiunto del settore in relazione alla salute e alla sostenibilità di ogni singolo prodotto.

La prima delle soluzioni proposte dalla task force è quella di dare maggiore spazio, nei bandi, alla ricerca applicata includendo un rappresentante di un centro di ricerca applicata nel comitato permanente per la ricerca agricola (Scar) al fine di garantire la continuità negli anni, tra i bandi e linee di bilancio.

Fari puntati anche sul settore orticolo che rappresenta il 20% del valore agricolo ma essendo strutturalmente frammentato non viene adeguatamente rappresentato all’interno dei bandi anche in conseguenza del fatto che i piccoli produttori non riescono a sostenere i costi amministrativi per l’accesso ai finanziamenti.

Un approccio multi-soggetto di fatto, per l’orticoltura, risulta di difficile attuazione perché è complicato coinvolgere i piccoli coltivatori. In questo senso, i bandi dovrebbero essere aperti a formule diverse prevedendo magari la possibilità di iniziativa per ricercatori, consulenti e organizzazioni di agricoltori prima ancora che per i singoli coltivatori, a maggior ragione in considerazione del fatto che è necessario un ruolo attivo per tutti i membri del consorzio proponente. Lo stesso dicasi anche per i gruppi operativi di EIP-Agri.

Infine, si auspica per un maggiore equilibrio, all’interno dei bandi, tra aiuti alla ricerca vera e propria (intesa come aumento della conoscenza) e alle reti tematiche finalizzate alla divulgazione poiché queste ultime diventerebbe superflue, se non ci sono nuove conoscenze da divulgare.

Mariangela Latella

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