GELATE PRIMAVERILI, COME RIDURRE I RISCHI. LA PROTEZIONE DELLE CANDELE ANTIGELO

Nell’areale frutticolo italiano esistono zone nelle quali il rischio di gelate primaverili è abbastanza frequente. L’azienda Retarder indica le operazioni necessarie per ridurre i rischi di questo fenomeno che, in alcune annate, può compromettere completamente la produzione.

Dal punto di vista della loro dinamica le gelate si distinguono in tre tipologie:

  • gelata da irraggiamento: è determinata dalla veloce perdita di calore del terreno in quanto l’aria calda, più leggera, sale agli strati superiori
  • gelata da avvezione è provocata dalla repentina invasione di correnti dai quadranti settentrionali
  • gelata da evaporazione: meno frequente ma assai pericolosa, avviene quando la pianta è bagnata per rugiada o pioggia, e l’umidità si abbassa velocemente a causa del vento e in tale situazione si ha la cessione di calore dalla pianta all’aria con rapido abbassamento di temperatura del vegetale stesso

Negli ultimi anni, come succede quasi sempre, i tre tipi di gelata non si sono presentati distinti tra di loro ma si sono susseguiti. Generalmente, si verifica una avvezione di masse di aria fredda provenienti da nord-est caratterizzate da vento secco che abbassano l’umidità relativa; su questa situazione meteorologica, si innesca facilmente una notevole stabilità dell’atmosfera e durante la notte, un’abbondante perdita di calore (irraggiamento notturno), che abbasserà pericolosamente la temperatura al di sotto della soglia critica. Nei nostri areali, le gelate si manifestano in annate con primavere molto anticipate e caratterizzate dai fenomeni di bassa umidità relativa (fenomeno abbastanza ricorrente negli ultimi 10 anni). L’inizio del periodo critico delle gelate si ha quindi alla ripresa vegetativa ed è in questo momento che vanno quindi concentrati i maggiori sforzi.

 

Candele antigelo

Tra i sistemi più efficaci e meno costosi si segnalano i generatori di calore, come ad esempio le candele antigelo, che forniscono una protezione perfetta agli alberi da frutto contro il gelo primaverile.

Il calore prodotto dalle candele antigelo scalda l’aria fredda nel campo, la quale consente di prevenire qualsiasi danno da gelo ai fiori ed ai piccoli frutti, e quindi eventuali perdite in campagna.

Si tratta di creare molti punti di riscaldamento, da 300-350 candele per ettaro, con una distribuzione più concentrata sui bordi tenendo conto della direzione prevalente del vento; presentano una azione limitata a temperature di -4/-5°C ed in assenza di vento. Il sistema sinora utilizzato si basa sull’utilizzo di candele di cera che vengono accese gradualmente nelle notti di pericolo seguendo l’abbassarsi delle temperature. Allo scopo di accelerare l’operazione di accensione si consiglia nel primo passaggio di attivare il 50% delle candele iniziando dalle zone più estreme e completando con il passaggio successivo, l’accensione delle rimanenti. Per velocizzare l’accensione che non è molto pratica, in genere si usa una miscela di gasolio (70-80%) e benzina (20-30%), che viene versata sui bidoni di cera ed incendiata con una torcia od un cannello a gas. Di norma i modelli disponibili presentano una durata di 8-12 ore: l’equivalente di 1-2 notti.

Recentemente è stata sviluppata, in collaborazione con alcuni agricoltori della Val di Non, una nuova candela antigelo “no-fumo” che consente di proteggere gli impianti da temperature fino a -7 °C e che si caratterizza per una ridotta fumosità rispetto alle candele ordinarie presenti sul mercato.

L’esigenza di sviluppare una cera che riduca l’impatto ambientale (riduzione della fumosità), ma allo stesso tempo riscaldi l’atmosfera circostante, è nata per proteggere colture come il ciliegio o il kiwi giallo che sono collocati sotto serra o coperti da telo antipioggia.

Tra i pregi di questo sistema (rispetto ad altri sistemi) si ricordano la possibilità di adattare la spesa necessaria all’intensità del freddo (accenderne una su tre per esempio), la facilità di messa in opera e la possibilità di spegnimento in caso di falso allarme.

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