MERCATI: MILANO AMBISCE A TORNARE CENTRALE

Il sistema italiano dei Mercati richiede una maggiore uniformità di dati e informazioni. Per esempio: qual è il primo Mercato italiano per flussi di ortofrutta? All’incontro organizzato questa mattina da SOGEMI, la società di gestione del Mercato di Milano, nel Palazzo Affari del Mercato, sul ruolo e le prospettive di sviluppo dell’importante piattaforma mercatale milanese, è emerso, per affermazione di Carlo Morgavi di Bain&Company (società di consulenza strategica), che il primo Mercato italiano è appunto Milano mentre secondo altre fonti, tra le quali Fabio Massimo Pallottini, general manager di CAR e presidente di Italmercati, presente in sala, il primo Mercato è Roma.

Gli spunti di riflessione, questa mattina a Milano, sono stati però ben altri e ben più numerosi. L’analisi di Morgavi sulle aziende presenti all’interno del Mercato milanese, per esempio: il 6% si possono definire ‘iper-grossisti’, il 19% logistici, il 31% grossisti multi-canale, il 34% grossisti tradizionali (a loro volta divisi in generalisti e specialisti), il 10% produttori. Quali categorie hanno più futuro? Per Carlo Morgavi i multi-canale (e qui è l’Horeca a fare la differenza) e i logistici (che gestiscono un servizio fondamentale per il ruolo inter-provinciale, interregionale e internazionale di Milano). Interessanti anche i flussi di ortofrutta in uscita dal Mercato di Milano: l’export pesa solo per il 17% (cosa che non pone certo Milano come Mercato leader, se pensiamo a Verona e Padova), l’Horeca solo per il 5% (eppure è la forza di Mercati come Barcellona e Parigi), la media distribuzione conta il 10%, i flussi diretti fuori provincia contano il 16% mentre la parte del leone la fa il dettaglio tradizionale, con il 26% destinato ai negozi e il 26% destinato agli ambulanti. La situazione che queste percentuali svelano è quella di un Mercato piuttosto statico nelle sue proposte commerciali. Per fortuna, i negozi tradizionali a Milano tengono, anzi sono in recupero nonostante la GDO si stia organizzando con punti vendita di vicinato. Le prospettive di sviluppo proposte da Morgavi sono: crescita dei rapporti con la ristorazione anche tramite l’on-line delivery, potenziamento dell’export, vendita diretta di prodotti particolari, in particolare  prodotti bio, che hanno necessità di un’area dedicata all’interno del Mercato.

All’incontro, abbastanza affollato da grossisti, sia quelli aderenti ad AGO, che quelli che fanno capo ad Acmo, entrambe rappresentate anche dai vertici associativi, erano tra gli altri presenti Cesare Ferrero (nella foto sopra), presidente di SOGEMI, Stefano Zani (nella foto a fianco), direttore generale di SOGEMI, che ha fatto da moderatore, il già citato Fabio Massimo Pallottini (nella foto sotto), che come presidente di Italmercati è intervenuto auspicando che opportunità di riflessione come il convegno odierno si ripetano più spesso e facendo gli auguri a Milano per il progetto di ammodernamento del Mercato in atto, Alessandro Bonfiglioli, dg del CAAB di Bologna e Giuseppe Guagliardi del Mercato di Catania.

Maria Maltese di Cerved ha svolto la prima relazione, sul tema dei canali di vendita e dei trend emergenti nei Mercati italiani, con riflessioni interessanti sul commercio on-line (pesa solo l’1% ma ha un grande futuro: Amazon mette paura un po’ a tutti, a partire dalla GDO), sulla crescita dei consumi fuori casa (riecco l’importanza dell’Horeca) e del bio, relazione che riprenderemo ampiamente sul magazine Corriere Ortofrutticolo.

Il rilancio di Milano passa da queste riflessioni (seguiranno altri convegni, ha detto nelle conclusioni il presidente Ferrero) e da una ristrutturazione che va riempita di contenuti e servizi orientati all’innovazione. “Non abbiamo alternative, dobbiamo essere centrali” ha sottolineato Ferrero.  (a.f.)

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