SILVIA SALVI: “DOMANDA DI CILIEGIE IN ESPANSIONE IN EUROPA, DALL’EST ALLA FRANCIA”

“L’evento di quest’anno dimostra l’interesse crescente di molti Paesi europei, soprattutto dell’Est, verso la produzione di ciliegie”, confida al Corriere Ortofrutticolo Silvia Salvi (nella foto). Il riferimento è all’open day di ieri al ceraseto sperimentale Salvi Vivai a Runco di Portomaggiore (leggi news). “In Europa – continua – la domanda di ciliegie è in forte espansione: oltre ai Paesi dell’Est, dal nostro osservatorio riscontriamo un deciso aumento di interesse anche in Francia. Nel 2017 nel Vecchio Continente gli ettari dedicati a ceraseti erano circa 172 mila, di cui oltre 30 mila in Italia, secondo Paese produttore dopo la Polonia, dove finora gli sforzi si sono particolarmente concentrati sull’incremento dei volumi a svantaggio della qualità, ma dove si potrebbe presupporre un cambio di rotta vista la nutrita presenza a giornate di questo tipo”.

Entrare in contatto con impianti all’avanguardia come quello di Salvi Vivai, in cui da ormai 5 anni in collaborazione con l’Università di Bologna si studiano nuove varietà e tecniche di allevamento, è per gli addetti ai lavori un momento importante di crescita. “Quest’anno la stagione cerasicola italiana sta incontrando non poche difficoltà a causa del clima sfavorevole. In Puglia (prima Regione per superfici dedicate seguita da Campania, Veneto ed Emilia-Romagna) il calo dei volumi medio va dal 30 al 50% a seconda delle zone e la qualità è scarsa, poiché ha risentito moltissimo del freddo, delle abbondanti piogge e delle forti grandinate. Attualmente il prezzo oscilla tra 1,20 e 1,50 euro al chilo. E la campagna è in salita anche in certe zone del Nord. Per noi, invece, la situazione è differente. Molti visitatori sono rimasti stupiti del fatto che non ci siano ciliegie affette da cracking nonostante gli acquazzoni di questo periodo. È un altro vantaggio del sistema di reti installato: non solo fungono da anti-grandine e anti-insetto ma impediscono anche all’acqua di arrivare sotto la pianta favorendo un miglior drenaggio del terreno a beneficio dei frutti. Un aspetto che ci conferma la validità della nostra scelta di fare un impianto di produzione intensivo con il sistema di copertura ‘keep in touch’, che, sebbene abbia costi iniziali sostenuti, dà la sicurezza di ottenere sempre un prodotto finale sano, buono e vendibile”.

Chiara Brandi

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