Al via in questi giorni la Campagna di promozione a favore dei meloni italiani, che vedrà l’adesione di migliaia di punti vendita delle principali catene della moderna distribuzione, nonché di negozi specializzati e di “prossimità” e con il coinvolgimento degli operatori grossisti dei mercati agroalimentari attraverso l’utilizzo di un poster dedicato, anche per il melone, alla comunicazione istituzionale, collettiva e “generica” del prodotto.
La campagna si svolgerà in giugno e luglio per circa un mese in ogni punto vendita che aderisce all’iniziativa e vede la partecipazione dell’intero comparto del melone nazionale – un prodotto molto importante per alcuni areali di produzione e per la sua nota vocazione ad accompagnare salumi e formaggi della tradizione italiana, oltre che i dessert e altre preparazioni culinarie.
“L’obiettivo dell’iniziativa – informa il presidente dell’Organizzazione Interprofessionale Nazario Battelli (nella foto di apertura) – è quello di dare un segnale importante ai consumatori italiani sui fondamentali di valorizzazione del prodotto e di stimolo al suo consumo, attraverso un nuovo format istituzionale che ne promuove l’origine italiana e la stagionalità, e che sintetizza in una comunicazione sul retro dei manifesti posti al punto vendita, le principali tipologie di melone presenti sul mercato in questo periodo e le relative caratteristiche.”
Nel periodo di maggiore potenziale qualitativo, e nel contesto di un progetto annuale di Ortofrutta Italia che coinvolge una dozzina di prodotti, la promozione anche per i meloni italiani utilizza un forte richiamo istituzionale e di pubblica utilità, focalizzando la provenienza della comunicazione nell’Organizzazione Interprofessionale (quindi tutta la filiera) e nel Mipaaf (la Pubblica Amministrazione competente) ed evidenziando la gradita collaborazione con il Centro Ricerche delle Produzioni Vegetali – CRPV – riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna.
“Le produzioni italiane di meloni – conferma il coordinatore del Comitato di prodotto Ettore Cagna (nella foto sopra) – si concentrano soprattutto in Sicilia, Campania, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna. Ovviamente spaziando la coltivazione sulla longitudine che copre più di 1.000 km da nord a sud, abbiamo la possibilità di avere a disposizione prodotto nazionale da aprile a ottobre inoltrato. Infatti ad oggi, mentre la produzione all’estremo sud (Sicilia) è al termine, nelle regioni del nord si comincia con la raccolta in serra (circa il 15% della produzione totale) per arrivare poi a quella a cielo aperto”. Cagna precisa che l’Italia ha una miriade di aree dove il melone viene coltivato per circa 40-45 giorni all’anno, ma solo al nord e più specificatamente in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, la produzione si protrae anche per cinque mesi consecutivi.
Dall’analisi dei quantitativi mondiali della produzione di melone, risulta che mentre la Spagna – principale produttore europeo – mostra la tendenza ad un calo produttivo costante (870 mila tonnellate nel 2011 – 690 mila tons nel 2016), l’Italia, nonostante annate altalenanti, ha invece una tendenza alla tenuta di produzione se non addirittura ad una crescita, andando a sfiorare negli ultimi anni le 600 mila tonnellate prodotte.
Se dal punto di vista quantitativo i dati sono positivi, il Coordinatore Ettore Cagna lancia invece un grido di allarme sugli aspetti qualitativi, rivolgendosi ai colleghi produttori. Purtroppo, e l’inizio della campagna di quest’anno lo ha dimostrato in modo particolare, all’inizio e alla fine della lunga stagione produttiva gli standard qualitativi di produzione non sono ancora sufficienti e allontanano il consumatore dal riacquisto dei meloni nazionali. Se proseguiamo in questa direzione, prosegue Cagna, sicuramente ne pagheremo le conseguenze negli anni a venire. Soltanto un livello qualitativo alto, riscontrabile solo in presenza di professionalità altamente qualificate e con anni di esperienza nel settore, ci potranno garantire un giusto collocamento nel mercato nazionale ed internazionale.